Partita banale non è e partita banale non potrà mai essere. Inter-Juventus è così: “Derby d’Italia”, secondo la vecchia definizione di Gianni Brera, o più semplicemente gara dalla rivalità storica, ricca di episodi più che particolari. Un esempio? Prendete quel gol, valso l’1-1 nerazzurro nel lontano 2002, segnato da Vieri grazie allo zampino di…Francesco Toldo: uno che con quella carambola ha segnato un piccolo segno speciale in una contesa interminabile e che, ai microfoni di Tuttosport, ha voluto parlare così della sfida di domani a San Siro.
“Gran parte dell’Italia tiferà nerazzurro? Questo all’Inter non deve importare nulla. Vorrei una partita dura ma corretta, non possiamo permetterci figuracce: dobbiamo vincere per noi, non per fare un favore o meno a chicchessia. Loro si giocano lo scudetto: sono certo che per la Juventus questo sarà il match più decisivo di tutti quelli che la attendono. Ma qualcuno sembra dimenticare che noi ci giochiamo l’ingresso in Champions League: sono rimasti due posti, con tre squadre in lizza. Una deve essere l’Inter. Questa è una finale, per entrambe le squadre. Loro sono una realtà consolidata negli anni, noi siamo work in progress. E lavoriamo per tornare ai tempi nei quali le due squadre giocavano per lo scudetto: speriamo vinca la passione”.
Un momento non felicissimo, per la Juventus, al quale si sono aggiunte le voci su qualche dissidio di troppo nello spogliatoio bianconero: “Non sono nello spogliatoio della Juventus e non parlo con nessuno che lo frequenta. Quindi, davvero non so cosa sia successo e cosa non sia successo. Però di crisi si può parlare solo a fine campionato, quando fai il bilancio di quello che hai portato a casa. E poi, anche questa storia dei litigi è tutta da capire: noi dell’Inter, ad esempio, nell’anno del Triplete litigavamo un giorno sì e un giorno anche. Se è un litigio sano, benedetto litigio”. Sfida tra Inter e Juve che vedrà anche uno scontro tutto argentino davanti tra Icardi e Higuain, vista Mondiale…: “Sto tutta la vita con Icardi. Per la qualità, per la tecnica, per l’aspetto, per l’anagrafe: Higuain è un grande campione, ma io scelgo Mauro”.
Partita importante anche per chi siede in panchina, con Spalletti e Allegri chiamati a centrare i rispettivi obiettivi: “Nel contratto che hanno firmato è compreso tutto, anche le critiche dei tifosi. Però dico che Allegri ha fatto un ottimo lavoro in questi anni, con ottimi risultati: puntare il dito contro di lui per questa flessione è sinceramente ingeneroso. Per fortuna non tutti i tifosi sono critici. Quanto a Spalletti, a me piace a 360°: come lavora, come imposta il rapporto con i media, come tratta i giocatori. Non mi iscrivo al partito di chi accusa i due tecnici: significherebbe avere la memoria corta”.
Spazio infine ad un pensiero su Suning e a Buffon, eredi compresi: “Questa è la nuova Inter e vedrete che saprà riproporsi a livello mondiale. Certo, con un padrone cinese molte cose sono cambiate, tuttavia hanno capito una cosa fondamentale: l’importanza di mantenere le origini e le tradizioni, che sono state dettate dalle varie, nobili famiglie che in passato sono state proprietarie del club. Suning è leader mondiale, nei suoi campi, e vuole che anche l’Inter diventi un leader mondiale, nel calcio. Gigi sta facendo fatica a smettere? Non posso saperlo, ma anche questa storia del nervosismo sa di chiacchiere. Quando parla, prende posizioni e spiega le sue ragioni a me piace: a fine carriera devi essere come a inizio campionato, avere tanta birra in corpo. Altro che rallentare. Non ci saranno altri eredi di Gigi, come non ci sono stati di Zoff: Donnarumma è molto bravo, ma ha caratteristiche diverse. Buffon è la storia”.
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