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I tre mesi di Tiago Pinto alla Roma

Si concluderà questo weekend il primo trimestre di Tiago Pinto alla Roma. Poco meno di 90 giorni in cui il portoghese ha fatto tanto, mettendo mano praticamente in ogni ambito di sua competenza. “Tiago è molto apprezzato per l’approccio olistico allo sviluppo, recitava il comunicato ufficiale della Roma. Spiegazione nero su bianco a corredo di un ruolo ben preciso: general manager.

 

Quindi nè dea Kali dell’organigramma giallorosso, né chirurgo specialista del calciomercato. Per fare un esempio, prendete un iceberg formato da un picco e da una massa sommersa. Cosa spunta dal pelo dell’acqua? Si vede la riunione in albergo a Milano con Ausilio, la smorfia alla Stazione Termini circondato dai cronisti. Così come una campagna acquisti condotta durante il mercato di gennaio in pieno aumento di capitale senza l’aiuto – economico e salariale- derivato dalle cessioni. Si vedono i calciatori, comprati in un momento economico complicato a titolo definitivo. Creando valore e dando futuro alla rosa della Roma. 

 

 

Ma sotto al picco c’è una massa sommersa, che va valutata, analizzata ed organizzata. Dinamiche che un general manager deve gestire. E il mese di gennaio è stato per Pinto un bignami delle ulteriori mansioni di sua competenza, che ben conosceva dai tempi di Lisbona, esplicitato con tempi e modi che solo Roma riesce a dare. A 100 all’ora. Una sconfitta nel derby da gestire, un’altra a tavolino in Coppa Italia, l’allontanamento di due dirigenti e i rumors attorno a Fonseca. Ciliegina sulla torta la frattura capitano-allenatore con il calciomercato aperto.

Tutte situazioni che attengono al general manager, ma che non spuntano dal pelo dell’acqua. E la gestione è stata di Tiago Pinto a stretto contatto con la proprietà, a partire dalla presa di posizione forte sulla fascia di capitano. A dispetto di anni precedenti in cui si creavano posizioni più compromissorie, a Dzeko è stato tolto lo status di capitano, pur con la Roma consapevole dell’importanza dell’asset aziendale. Ma il messaggio che ha voluto far passare la società è stato chiaro: tutti devono rispettare le regole.

Gestione ma anche organizzazione e scelta, di uomini e ruoli. Rafforzando il management, delineando responsabilità e mansioni anche a livello top. Quello in cui si inserisce la figura di Maurizio Lombardo, scelto come nuovo Chief Football Operating Officer. Lui e Morgan De Sanctis – responsabile dell Primavera, U17 e U18 – come parte del team sportivo a diretto riporto di Tiago. 

 

In aggiunta a tutto questo c’è una programmazione sportiva da pianificare, fatta di scelte in panchina, di rinnovi e di acquisti. Il calciomercato. Il picco dell’iceberg. Marzo ha regalato alla Roma i rinnovi di Ibanez e Karsdorp, così come molti altri incontri di mercato per i propri gioielli – da Cristante a Mancini, passando per Veretout e Pellegrini – ma la gestione completa di un progetto sportivo ha anche suoi tempi di gestazione e di valutazione che non hannno costantemente una controprova pratica. Spesso si sceglie una verbalizzazione intermedia, ma la Roma dei Friedkin ha preso fin dall’inizio una strada ben precisa. Fare tanto e dire poco. Giusta o sbagliata, rimane una scelta della società. 

Il tempo delle analisi arriverà, come è giusto che sia. Anche solo alla fine di una stagione vissuta a metà da Tiago Pinto. Troppo importanti le scelte da fare a fine maggio. Il fattore tempo nel calcio è poco in termini di attesa ma è tutto per giudicare il lavoro. Ma 83 giorni, rimangono solo un trimestre di lavoro.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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