Interviste e Storie

Pinto: “Il Bournemouth è un caso di studio. Huijsen? Un biglietto vincente della lotteria”

Tiago Pinto, Bournemouth (PHOTO CREDITS: Emanuele Croci)

Dal documentario “Bournemouth, don’t call it Cinderella anymore”: la nostra intervista al dirigente portoghese

Ricominciare. Coronare un sogno costruire la grande “sorpresa” di questa Premier League: è questa l’immagine del primo anno a Bournemouth di Tiago Pinto. L’ex dirigente di Benfica e Roma è ripartito da un progetto che, oltre a essere nel campionato dei suoi sogni (“da qui si capisce veramente che è uno sport ‘diverso‘”), lo ha convinto per la grande programmazione e l’empatia che si è creata fin da subito con la proprietà: “Ho parlato con diversi club che avevano diversi progetti. C’è stato però un fattore che ha cambiato tutto: la chiacchierata che ho fatto con il proprietario del Bournemouth, Bill Foley”, racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com nel documentario “Bournemouth, don’t call it Cinderella anymore”.

Una chiamata che lo ha portato ad accettare subito questa nuova avventura senza pensarci troppo: “Abbiamo fatto la call un martedì e il venerdì dopo avevo firmato il contratto”. L’altro aspetto che ha convinto subito il portoghese è stato la programmazione, uno dei segreti di questa annata di successi: “Qui a Bournemouth ho ritrovato una cosa che per me è sempre stata molto importante in carriera che è la strategia. Nel calcio non si vince con le emozioni. Io sono nato in Portogallo, amo l’Italia ma ho una mentalità un po’ tedesca. Devo avere una strategia e pianificare senza dover cambiare per i risultati”.

Le Cherries in questa annata hanno collezionato diverse vittorie contro le big di Premier League: le due di Manchester, il Tottenham, l’Arsenal e il Newcastle. Tra questi successi Pinto ne ha indicati due come i più belli. Per il blasone dell’avversaria ha ricordato il 2-1 contro il Manchester City: “Una vittoria molto importante per il club perché è stata la prima volta che li abbiamo battuti in Premier League”. A livello personale, invece, è il 4-1 contro il Newcastle il risultato che lo ha emozionato di più: “Non avevamo giocatori, in panchina avevamo solo ragazzi dell’U21 perché c’erano 10 infortunati. Giocare al St James’ Park, uno stadio pazzesco, contro il Newcastle che veniva da 9 vittorie di fila e vincere 4-1 per me è stato incredibile”.

Vittorie che sono il culmine di una crescita costante che il club ha cominciato negli scorsi anni e di cui sta raccogliendo i frutti: “Dall’arrivo di Bill Foley sono cambiate tante cose. Abbiamo fatto grandi investimenti sulla squadra. Negli ultimi 2-3 anni il Bournemouth ha speso circa 300 milioni per i giocatori. Le persone che hanno lavorato nel club, come Richard Hughes, che oggi è al Liverpool, hanno fatto un capolavoro nel reclutamento. Questo lavoro oggi lo sta continuando Simon Francis. Io penso che il club negli ultimi anni è cresciuto molto sotto vari aspetti”. Un continuo progresso che è testimoniato anche dal progetto di ampliare lo stadio, a oggi uno dei più piccoli della storia della Premier League. Per Pinto, comunque, nonostante le dimensioni, il Vitality Stadium è stato un fattore: “Quando arrivi capisci subito che è piccolo ma l’atmosfera è molto positiva. Penso che per noi sia un vantaggio che lo stadio sia così. Secondo me è un po’ lo spirito del calcio inglese”.

Pinto: “Huijsen? In due anni sarà il migliore al mondo”

Sono stati tanti i singoli a brillare in questa stagione per il Bournemouth. Su uno di questi Tiago Pinto ha deciso di puntare la scorsa estate, dopo averlo già fatto alcuni mesi prima quando era alla Roma. “Quando Huijsen è arrivato a Roma, due giorni dopo i suoi compagni mi chiedevano dove lo avessi trovato uno così. Per me oggi è uno dei cinque migliori difensori centrali del mondo e in due anni sarà il migliore. Prendere Huijsen è come prendere un biglietto della lotteria sapendo che è già vincente”.

Un’investitura non da poco da parte del dirigente portoghese per l’ex calciatore della Juventus. Sono tanti però gli aspetti che lo hanno portato ad avere questa fiducia nei confronti del centrale spagnolo: “Dean anche per “colpa” della sua famiglia è cresciuto per essere il numero 1: ha una mentalità pazzesca, una fiducia in se stesso pazzesca, è un ragazzo molto intelligente, parla cinque lingue e ha un supporto incredibile da parte della sua famiglia. Non può andare male”.

Dean Huijsen, Bournemouth (IMAGO)

Pinto: “Iraola? Ha reso il Bournemouth un caso di studio”

Tante le parole di elogio da parte del dirigente portoghese anche per l’attuale manager, Andoni Iraola: “Abbiamo un grandissimo allenatore, un uomo fantastico che con i giocatori e con il calcio che ha portato in questo piccolo stadio ha fatto diventare il Bournemouth un caso di studio”.

Per Pinto adesso si avvicina la fase più calda della stagione, il calciomercato. E, come lui stesso ammette sorridendo, “sono stato sempre un DS a cui piaceva vendere ma adesso mi trovo nella situazione in cui non vorrei vendere nessuno. Sarà difficile”. Un’altra sfida da affrontare, e da vincere.

Giuseppe Vignola

Classe 2001, ho sempre pensato che la gioia che può dare il calcio è imparagonabile a tutto il resto. Questa mia tesi, che può sembrare assurda, è stata avvalorata da un premio Nobel, Albert Camus, che disse: “Non c’è luogo in cui un uomo sia più felice che in uno stadio di calcio”. La felicità in uno stadio come tifoso l’ho provata, come calciatore non succederà mai, spero che quella da giornalista sia il mio futuro.

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