È stato uno dei migliori difensori ad aver calcato i campi della Serie A a cavallo tra gli anni ’90 e 2000. Lilian Thuram ha lasciato il segno con le maglie di Parma e Juventus, oltre che con quella della Francia, con cui ha alzato al cielo un Mondiale e un Europeo.
In un’intervista a L’Equipe, l’ex difensore francese ha ricordato la sua carriera, tra compagni, avversari e allenatori che più l’hanno segnato.
Non ha avuto dubbi Thuram nell’eleggere il compagno più forte con cui ha giocato: “Zinedine Zidane. La prima volta che l’ho incontrato in nazionale francese aveva 17 anni e mezzo e ho seguito la sua carriera fino alla consacrazione in Italia. Non mi piaceva che la gente pensasse che fossi semplicemente dotata e talentuosa. Zidane era soprattutto un grande lavoratore, estremamente rigoroso, con molto carattere”.
La croce del difensore francese da avversario, invece, era Luis Nazario De Lima, altrimenti noto come Ronaldo. “Non importa dove prendesse la palla, poteva sempre scatenare un’azione che avrebbe portato a un gol. È sempre stato molto bello giocare contro di lui. Quando ti piace giocare contro grandi giocatori, diventa divertente“.
Thuram era uno degli 11 titolari della Francia nella finale dei Mondiali 2006, che hanno visto l’Italia trionfare ai calci di rigore. E proprio quella è la sconfitta più dolorosa secondo il difensore: “Sono fortunato ad aver vinto un Mondiale. Immagino gli altri giocatori che hanno giocato la loro prima finale e l’hanno persa. È solo una sensazione orribile“.
Dopo 5 stagioni con la maglia del Parma, Thuram è passato alla Juventus nell’estate del 2001 insieme a Gianluigi Buffon. Un trasferimento che è stato un passo dall’andare in fumo: Durante la mia ultima stagione a Parma (2001), diversi club mi volevano. Ho quasi firmato per il Manchester United. Sono anche andato a visitare il centro di allenamento e il quartiere dove vivevano i giocatori. C’era anche il Real Madrid e i due club di Milano, ma ho scelto la Juventus di Torino. Ed è stata un’ottima scelta”.
L’allenatore che più lo ha segnato, però, non è Marcello Lippi: “Chiaramente Arsène Wenger (suo allenatore ai tempi del Monaco, ndr). Sia per il calcio sia per la vita in generale. Quando era giovane, scrisse una frase su una lavagna: “Puoi crescere a qualsiasi età”. Ancora oggi mi è rimasto impresso”.
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