Sono serviti centotrentaquattro secondi a Tetê per ritrovare gol e sorrisi. Non giocava un match ufficiale dallo scorso dicembre. Domenica è entrato in campo al 77′ di Lione-Angers, sul risultato di 2-2. Dopo due minuti, al secondo pallone toccato, ha segnato il 3-2 che ha regalato la vittoria al Lione di Bosz, con un sinistro a giro imparabile. È il nuovo capitolo della storia di Tetê con il calcio, iniziata a pochi chilometri da Porto Alegre (Brasile), interrotta più di un mese fa dalle bombe russe in Ucraina e ora ripartita nel modo migliore possibile.
Premessa: questa storia ha come protagonista anche il calciomercato. È chiuso in Europa da ormai più di due mesi, ma lo scoppio del conflitto in Ucraina – e il conseguente blocco del campionato – ha portato la Fifa a permettere ai giocatori tesserati con i club ucraini e russi di potersi svincolare e firmare in prestito (fino alla fine della stagione) con altri club, per tornare a giocare e tenersi in forma in un periodo in cui la guerra ha azzerato tutto: tempo, sogni, libertà. Tetê faceva parte dei giocatori brasiliani dello Shakhtar che, insieme a Vitinho della Dynamo Kiev, avevano chiesto aiuto al governo brasiliano perché trovassero una soluzione per farli fuggire il prima possibile dall’Ucraina sotto assedio e da quella Kiev minacciata. Insieme a De Zerbi, poi, tutti i giocatori stranieri erano riusciti ad andarsene. E giovedì scorso, l’annuncio ufficiale della nuova ripartenza: Tetê è un nuovo giocatore dell’Olympique Lione. Tre giorni dopo è già gol.
Mateus Cardoso Lemons Martins, noto nel calcio come Tetê. Nato ad Alvorada, comune della periferia di Porto Alegre, nel 2000. Cresciuto come tanti bambini brasiliani: con il mito di Pelé in testa e il pallone tra i piedi. Prima le corse in strada con gli amici, poi i primi campi da calcio coi compagni. Prima quelli delle scuole e degli oratori. Poi quelli più seri: a nove anni Tete entra nel settore giovanile del Gremio, il club del suo cuore. Dove cresce e finisce presto per essere considerato un gioiello dell’academy. Con gli anni in campo è diventato un’ala destra veloce, bravo tecnicamente e abile nel dribbling. Fuori invece ha una mentalità alla CR7: c’è chi dice che sia un maniaco della sana alimentazione e del corretto stile di vita, tanto che secondo alcuni non beve bibite da quando aveva 12 anni. Per lui il calcio è tutto. Sgarrare sarebbe follia.
Nel 2019, la chiamata dello Shakhtar a cambiargli la carriera: in tre anni, Tetê ha segnato 31 gol e offerto 15 assist in 108 partite ufficiali in maglia arancionera. Una parabola ascendente interrotta lo scorso dicembre, quando il campionato si era interrotto per la sosta, e quasi nessuno si sarebbe immaginato che non avrebbe potuto più riprendere a causa dello scoppio di una guerra. Il sogno si era interrotto. Il tempo fermato. Ora per Tetê è ripartito. La lancetta ha ripreso il ritmo che scandisce i secondi. Tic. Tac. Ha contato fino a centotrentaquattro. Ed era già di nuovo festa.
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