Riforme, giovani, Conte. Sono tanti i temi affrontati dal presidente della Figc Carlo Tavecchio nel corso di un’intervista concessa a Radio Anch’Io lo Sport, trasmissione in onda su Radio 1. Si pare da un messaggio speciale per lo sfortunatissimo Perin, portiere del Genoa:
“Voglio fare gli auguri di vero cuore a Mattia. È stato un nostro portiere fin dall’inizio del mio mandato. Il calcio italiano sta crescendo, non solo grazie agli investimenti. Siamo un esempio per la crescita dei giovani e a livello di Nazionale siamo primi nel girone con la Spagna. L’Europeo Under 21 è un successo, il premio di un lavoro che parte da lontano: porterà grandi benefici da un punto di vista economico”.
Capitolo riforme: “Diminuire il numero di squadre da 20 a 18 è pura utopia. Possiamo trovare un accordo sulla riduzione solo nelle serie minori. Ho pensato anche a un ranking per partecipare ai campionati professionistici: ci sono alcuni club che non hanno impianti all’altezza o strutture per il settore giovanile. Poi la serie A deve capire che anche Lega Pro e serie B sono importanti: senza il loro operato lo spettacolo offerto dalla massima serie non sarebbe dello stesso livello”.
Altro argomento caldo è il campionato anche durante le feste natalizie: “Per Natale, Capodanno e la Befana sarebbe meglio non giocare. Gli altri giorni si può scendere in campo: non capisco perché non farlo il 26 o il 27 dicembre. Se le società si mettessero d’accordo si potrebbe fare”. Sugli investimenti di gruppi cinesi in Italia: “La Cina è un paese grandissimo che produce entrate enormi. Se la provenienza di tutti questi soldi è lecita non penso che possa essere un danno per il calcio italiano. Non possiamo offrire i loro ingaggi, ma presto in Cina si renderanno conto e si ridimensioneranno”.
Sulla presunta preferenza per le squadre del nord: “Non ho mai detto che Inter e Milan servono al campionato di più di Roma e Napoli. Ho detto che si sente la mancanza delle milanesi in Champions, non si può mettere in bocca a me antagonismi tra squadre del nord e del sud. E pensare, e non l’ho mai detto, che Napoli è la città a cui sono più affezionato di tutte”.
In chiusura d’intervento una battuta anche su Antonio Conte: “Ero consapevole che ci avrebbe lasciato dopo due anni e che avrebbe fatto molto bene anche nel Chelsea. Non c’era modo di trattenere Antonio e di impedire il suo sbarco a Londra. E’ un allenatore unico e adesso sta ottenendo i risultati che merita anche a livello internazionale”.
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