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Tavecchio: “Dybala in azzurro? C’ero vicino. E con Balo e Insigne…”

L’inno di Mameli, a questi Mondiali, non suonerà. Toccherà alla Svezia scendere in campo al posto della nostra Italia, con Granqvist e compagni che si sono meritati la qualificazione al torneo in Russia, strappandola proprio agli azzurri di Ventura. Crisi-Italia? Quel che è certo è che l’Italia fuori dai Mondiali non se l’aspettava nessuno: “Ventura mi continuava a dire di stare sereno, che tanto ci saremmo qualificati – racconta Tavecchio, ex presidente Figc, ai microfoni de Il Messaggero -. “Ma la crisi azzurra è cominciata in Brasile, nel 2014”.

I Mondiali a casa di Neymar segnano il punto d’inizio del crollo azzurro. “Ma come? E gli Europei?”, vien da pensare. “Agli Europei c’era Conte in panchina, che praticamente era il defibrillatore della squadra. Uscimmo ai quarti soltanto per colpa di quei rigori di Zaza e Pellè. E pensare che quei due, insieme a Giaccherini, con Antonio in panchina parevano dei giganti…“. L’addio di Conte è stato l’inizio di una discesa totale: “Volevo Ancelotti – continua Tavecchio – ma certi allenatori in un club prendono 10 milioni l’anno. La Nazionale ne offre al massimo uno e mezzo. Ventura ha detto la verità, anche il Coni lo voleva. Inizialmente si pensava a lui e Lippi, poi fu messo in mezzo il figlio di Marcello ( procuratore sportivo, ndr ) e non se ne fece più nulla. Eppure Davide quel mestiere lo fa da decenni, non capisco perché il problema sia sorto così tardi…”

L’eliminazione dai Mondiali è segnata dal palo di Darmian contro la Svezia. Tavecchio non condivide le scelte di Ventura: “A Milano c’erano 30mila napoletani e Insigne era seduto in panchina. Non avevamo un bomber, perché Balotelli – che, a mio parere, stava facendo benissimo – non era convocato. Nonostante ciò, contro la Svezia continuavamo a crossare e a buttare palloni in mezzo all’area. Ma per chi erano quelle palle?

Anche Tavecchio, così, è stato costretto a scegliere un’altra nazionale da tifare nelle prossime settimane: “Ho optato per l’Argentina, alla fine sono mezzi italiani. Guardate Dybala: lui ha il doppio passaporto. Ed ero quasi sul punto di convincerlo a vestire azzurro…”

L’intervista completa su Il Messaggero

Redazione

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