Per arrivare a Galliano devi percorrere una strada costeggiata di cipressi in mezzo ai campi delle colline mugellane. Sul muro all’entrata dello stadio c’è lo stemma che raffigura un gallo. Ma dopo le 2 retrocessioni consecutive dalla Promozione alla Seconda Categoria, quest’anno andrebbe sostituito con una fenice, come il motto latino adottato dalla squadra a inizio stagione: “Post fata resugo”, tradotto ‘Dopo la morte risorgo’. Un po’ come è successo a Francesco Tavano, che a 45 anni è tornato al gol contro il CS Caldine con la maglia rossoblù della Gallianese, prima nel girone I di Seconda Categoria Toscana. “Ho trovato un ambiente pulito, si sta bene, i ragazzi mi hanno accolto benissimo e qui ci tengono molto alla squadra. Mi sto allenando con continuità, la cosa importante è quella. Domenica volevamo fare risultato e ci siamo riusciti nonostante fossimo rimasti in 10 dal primo tempo. Per quanto riguarda la rete, io ho sempre vissuto per il gol. Non ho esultato perché eravamo sul 3-0, ma speriamo di tornare a far vedere presto la mia esultanza”. Pensieri e parole del classe 1979 a Gianlucadimarzio.com, che si fa trovare un’ora prima dell’inizio dell’allenamento da solo nello spogliatoio ad aspettarci.
Un’ora di macchina da casa sua per raggiungere il Comunale di Galliano, piccola frazione di Barberino di un migliaio di abitanti, che nel 2021 era diventata virale per la promo con la voce di Panariello del film Netflix ‘I Mitchell contro le Macchine’, come il borgo più offline d’Italia. Infatti, fino allo scorso novembre non c’era il 5G e ci furono diversi disagi durante la pandemia. Qui le lancette sembrano essersi fermate, il luogo ideale per ripartire per Ciccio, dopo la salvezza e l’esonero in panchina da allenatore della Tuttocuoio 5 mesi fa. “Sono comunque contento dell’esperienza e spero di restare in futuro all’interno del mondo del calcio, anche se non è facile. Le sconfitte fanno parte del gioco, ma in famiglia poi passa tutto, l’importante è sapersi rialzare e andare avanti. Sono tornato a giocare per la grande passione che ho per questo sport e mi sono messo a disposizione della squadra”.
A fare da intermediario ci ha pensato un amico, nonché partner d’attacco in oltre 100 partite tra Empoli, Carrarese e Ponsacco: Il Cobra di Borgo San Lorenzo, Claudio Coralli. “Mi ha chiesto di dargli una mano e ho sposato volentieri questa nuova avventura. Non volevo tante pressioni, ho avuto altre richieste, ma ho accettato subito questa. Poi ne approfitto per fargli i complimenti perché sta facendo un grande campionato. La nostra amicizia va oltre il campo e c’è un rapporto di stima reciproca”.
Nel fiorentino era iniziata la sua carriera, con la Rondinella allenata da Marco Baroni, attuale allenatore del Verona. “Se salva l’Hellas fa un miracolo. È una persona in gamba e un allenatore preparato. Ricordo che quando arrivai alla Rondinella ero giovane e sapevo che lui aveva giocato con Maradona, quindi era un esempio per me e per tutti: rappresentava uno stimolo in più per provare ad arrivare nel calcio che conta. Perché lì ci arrivano in pochi. Mi consigliava di rimanere concentrato con i piedi per terra e di allenarmi al massimo: le basi per diventare un giocatore di alto livello”.Turn Up the Radio cantava Madonna nel 2012 quando scelse di girare alcune scene del video della canzone proprio a Galliano. All’epoca Tavano faceva esultare il pubblico del Castellani e con la maglia azzurra detiene il record di reti. Una squadra che continua a seguire. “L’Empoli si è ripreso bene, Nicola sta facendo un ottimo lavoro. Spero e credo che alla fine si salverà perché ha portato qualcosa in più rispetto agli altri”. Mentre tra i suoi ex compagni che stanno facendo bene in panchina c’è De Rossi: “Daniele era già un allenatore in campo e non avevo dubbi che potesse far bene alla Roma. Poi alla fine bisogna sempre dimostrare, lui lo sta facendo e se lo merita perché è un ragazzo eccezionale”.
I tortelli mugellani ancora non gli ha assaggiati, ma Tavano si è subito calato nella realtà della Gallianese. Dopo l’inaspettata sconfitta contro il Firenze City di 2 settimane fa, l’ex Valencia e Roma è stato il primo a mandare un messaggio sul gruppo Whatsapp. “I più esperti devono dare una mano ai giovani per crescere. Non erano abituati a queste sconfitte e gli ho visti abbastanza giù di morale. Mi sentivo in dovere di farlo, mi è venuto dal cuore: gli ho scritto di non mollare, di restare sul pezzo che la squadra è forte, e bisogna rialzarsi subito per ripartire. Domenica poi ne è stata la riprova”. Dopo quella sconfitta, la seconda stagionale, quando sono tornati ad allenarsi nello spogliatoio si sono trovati un cartellone di 3 metri con scritto ‘orgoglio’. “Ci vuole orgoglio, voglia e tanto impegno per raggiungere l’obiettivo che vogliamo: la promozione e la coppa. Io sono a fine carriera, deve essere più uno stimolo per i ragazzi, ma vincere è sempre bello. Alla fine ce la fa uno solo. Non sono uno da fioretti o promesse, ma auguro a questo gruppo di potersi togliere questa soddisfazione”.
Il cartellone nello spogliatoio lo aveva appeso Matteo Cipollone. Socio in una concessionaria nella vita di tutti giorni e allenatore con una predilezione per il calcio latino, sia spagnolo che sudamericano. Tanto che sul braccio si è tatuato il motto del Siviglia: “Nunca se rinde”. “Cipollone è una persona in gamba, molto disponibile ed è un allenatore preparato perché non è facile costruire una squadra da zero e ritrovarsi in vetta alla classifica e in semifinale di Coppa Toscana. Per fare questo lavoro devi avere tanta passione, come ce l’ho io per allenarmi sennò a 45 anni non sarei qui. Quando uno deve andare agli allenamenti deve andarci con voglia, altrimenti non ha senso, indipendentemente dalle categorie, e se hai una passione la devi coltivare”. Parola di Ciccio. Lui che oltre al pallone altri hobby non ne ha e nonostante i tanti anni in Toscana non usa la parola babbo. “Adesso faccio il papà, mi dedico alla famiglia e alla casa dopo tanto girovagare, sperando di far crescere qualche giovane in queste realtà qua”.
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