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Gudjohnsen jr, tra passato e Ravenna: “Papà, ti racconto l’Italia”

Calcio d’angolo, minuti finali di una partita che il Ravenna ha ormai blindato, in vantaggio di due reti contro il Fano. Parte il cross, il pallone è diretto proprio a lui. In quel momento, Sveinn Aron Gudjohnsen avrà pensato a quando seguiva papà Eidur ovunque, guardandolo ammirato. Sognando, magari, di poter ripercorrere una carriera così importante. Tutto in poche frazioni di secondo: la coordinazione per la sforbiciata è perfetta e il giovane attaccante può godersi finalmente la gioia del suo primo gol in Italia. “Una sensazione magnifica, inspiegabile. Spero che ne arrivino presto altri” ha raccontato Sveinn Aron, nell’intervista rilasciata in esclusiva a gianlucadimarzio.com.

Gudjohnsen in Islanda è sinonimo di calciatore. Eidur è diventato leggenda, e prima di lui suo padre Arnor. Una dinastia che prosegue, ma mentre le carriere di tutti gli altri membri della famiglia si sono sviluppate principalmente tra Spagna, Belgio, Francia e Gran Bretagna, Sveinn Aron ha voluto seguire un percorso diverso, consapevole forse di aver qualcosa da dimostrare prima di tutto a sé stesso. Ma senza fretta. “In questo momento non avverto nessun senso di responsabilità nel dover proseguire una tradizione. Di certo, punto alla nazionale perché quello è l’obiettivo di ogni giocatore e per me ha un valore speciale” ha proseguito. Tre anni di formazione nel campionato islandese l’hanno reso pronto ad un’esperienza più impegnativa, nel calcio italiano: “È stato un grande passo per me, poi mio padre non ha mai giocato in questo paese, quindi sono io a raccontargli che tipo di situazione c’è. Mi aspettavo un livello molto alto e così è stato, glielo confermo ogni giorno che ci sentiamo. Con lui ho un bellissimo rapporto, così come con tutta la mia famiglia”.

L’amicizia e l’affetto che ho ricevuto al mio arrivo e ricevo tuttora credo sia la cosa più bella di questa esperienza. I calciatori sono molto bravi sotto il punto di vista tecnico e umano”. Nel suo destino c’è l’Italia, che sia con la maglia dello Spezia (che ne detiene il cartellino), del Ravenna (dove si trova in prestito) o un’altra ancora: “Voglio continuare a giocare qui per molti altri anni, sarebbe motivo d’orgoglio per me”.

Al momento della presentazione col Ravenna, nominò due modelli: Lukaku e Cavani. “Del belga adoro la presenza fisica, quel modo di proteggere il pallone che rende impossibile un intervento del difensore. Di Edinson invece ammiro quella specie di rabbia che mette per cercare di segnare: per me significa molto”. Gli si poteva chiedere in chi si fosse rivisto, riguardando la sua sforbiciata. Ma sarebbe stato troppo facile e a Sveinn Aron, che ha scelto l’Italia per il suo percorso di crescita, per forza di cose quelle semplici non potrebbero mai piacergli.

Salvatore Malfitano

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