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Giornata dei derby in Argentina: tra rivalità, folclore e sciamani

Se Roma si ferma per il derby capitolino e la Spagna farà lo stesso per il Clásico, in Argentina ci sarà un intero weekend dedicato ai derby. Infatti, il settimo turno della Copa de La Liga corrisponde alla fecha de los clásicos.

 

 

Una tradizione nata nel 1934 e ripresa nel 2015 per aumentare lo spettacolo in campo, ma soprattutto sugli spalti, tra colori, calore e folclore. Tra mistica e superstizioni, ma anche stregoneria. Dal clásico del sur tra Banfield e Lanús, de barrio tra Huracán e San Lorenzo, di Rosario tra Newell’s e Central, per passare a quello di Santa Fe tra Unión e Colón o a quello platense tra Gimnasia ed Estudiantes, a quello di Avellaneda tra Independiente e Racing con la maledizione dei 7 gatti neri seppelliti nel Cilindro, fino al Superclásico tra River e Boca. 

 

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Una giornata aperta dalla vittoria dell’Aldosivi contro il Patronato, caratterizzata dal ritorno al gol del Tanque Silva, con l’ex Fiorentina e Chievo reduce da due anni di squalifica per doping a causa dell’utilizzo di un gel per aumentare la fertilità con l’intento di avere un figlio, e proseguita dalla vittoria del Tigre con il primo gol dell’attaccante di proprietà dell’Inter, Facundo Colidio nel Clásico de la Zona Norte contro il Platense. 

 

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Tra i tanti detti del calcio c’è ‘i derby non si giocano, si vincono’, che può corrispondere a quel ‘ganar como sea’ che viene ripetuto in continuazione in questi giorni in Argentina. E per vincere un Clásico ci si affida a tutto. Tra le curiosità del Superclásico in programma domenica alle 23 italiane al Monumental spicca la maglia che indosserà il Boca. Gli Xeneizes per la prima volta nella loro storia giocheranno il derby con una maglia gialla, per omaggiare i 30 anni della Casa Amarilla (il centro sportivo) e già usata nella vittoria contro l’Estudiantes nel turno precedente. 

 

 

C’è chi parla di cabala, chi ha spiegato questa decisione facendo riferimento al marketing, ma c’è anche chi sostiene che sia il consiglio di uno sciamano contattato dalla dirigenza per cambiare l’energia attorno al club. E non è la prima volta che succede nel calcio argentino, visto che nel 2017 la nazionale venne accompagnata dal Brujo Manuel, uno stregone che viaggiò nello stesso aereo di Messi e compagni per la decisiva gara contro l’Ecuador. 

 

Il compianto Brujo Manuel a bordocampo per aiutare l’Independiente

 

Tuttavia, c’è un precedente curioso relativo all’utilizzo di questa maglia gialla. Nel 1977, il Boca vinse la sua prima Copa Libertadores a Montevideo contro il Cruzeiro e avrebbe dovuto giocare proprio con una maglia gialla. Ma non lo fece per volere dell’allenatore, Juan Carlos Lorenzo. Uomo molto superstizioso, el Toto decise di andare a comprare delle maglie bianche in città e vietò ai suoi giocatori di scendere in campo con quella gialla, perché secondo lui avrebbe portato sfortuna. Il risultato gli ha dato ragione, visto che il Boca ha vinto la Copa ai rigori. Vedremo se invece stavolta la camiseta amarilla porterà fortuna a Benedetto e compagni.

Mattia Zupo

Giornalista pubblicista e studente in Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Fiorentino nato a Fiesole nel 1996. Notti magiche, quelle passate a vedere il calcio sudamericano, dove il talento e la garra prevalgono sulla tattica. Uno sguardo al futuro e uno al passato alla ricerca di storie legate al fútbol.

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