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Sulla cresta dell’Honda

Se il Senegal ha sorpreso, il Giappone non è da meno.

La squadra di Akira Nishino si è trovata per due volte in svantaggio, e per due volte ha trovato il modo per recuperare nella sfida di questo pomeriggio contro il Senegal.

Una cosa non facile, soprattutto contro una squadra dinamica e vitale come quella africana. Merito anche del ct nipponico, intelligente nel leggere la partita nei suoi diversi momenti e nella sua evoluzione, cambiando assetto ed uomini in corsa.

Come contro la Colombia, infatti, l'uomo in più per la Nippon Daihyō è stato, anche nel pomeriggio di Ekaterinburg, Keisuke Honda.

Un assist contro la Colombia, per la rete decisiva di Osako. Un gol oggi, a sancire il definitivo 2-2, per sopperire le diverse leggerezze che i compagni avevano mostrato in difesa.

Una rete che tiene vivo il sogno del Giappone, e che lo proietta nella storia. Il trequartista del Pachuca è infatti il primo giocatore della nazionale dell'Impero del Sol Levante a trovare la via del gol in 3 campionati del Mondo: 2 nel 2010, 1 nel 2014 e 1 nel 2018. Quattro le reti nella sua carriera Mondiale.

Già, Keisuke Honda. I tifosi del Milan ricorderanno in maniera agrodolce i suoi 3 anni e mezzo in rossonero, in cui ha avuto anche l'onore e l'onere di indossare la numero 10, con tutte le responsabilità che essa comporta.

Dal gennaio 2014 al luglio 2017 ha realizzato 11 gol in 92 presenze. Protagonista di uno dei periodi più bui della storia rossonera, vittima prima di una crisi d'identità a livello tattico, poi inserito nel caos che i vari cambi di allenatore hanno reso inevitabile.

Fino alla scorsa estate, quando ha lasciato il Milan.

Al Pachuca, ha vissuto un periodo di ambientamento non dei più rosei, a causa di un infortunio muscolare. Ma poi, la magia è scattata quasi per caso: gol all'esordio contro il Veracruz, in appena 32' giocati.

Un bel modo, per farsi conoscere. E per cambiare marcia, in una carriera in cui deve decidere se rimanere comprimario o diventare leader. Con i messicani la stagione prosegue tra alti e bassi. I numeri sono importanti, con 10 gol totali in 32 apparizioni, ma certamente migliorabili.

Ora però, testa solo al Mondiale, al suo Giappone. Dove leader lo è, o comunque ci sta lavorando. Ed è strano da dire, per un giocatore che è entrato per due volte dalla panchina in due partite, giocando appena 38 minuti. Come un'arma segreta a disposizione di Nishino, pronto a scendere in campo in qualsiasi momento ed in qualsiasi situazione.

Chiedere a Pekerman, che ora si trova ad inseguire in un girone che già pregustava di dominare.

Chiedere anche ad Aliou Cissé, che sognava già la qualificazione aritmetica del suo Senegal, ed invece dovrà passare dagli ultimi 90' e dalla sfida contro James Rodriguez e compagni.

Come nel basket. Il concetto di sesto uomo è di dominio comune, ed alla base dei successi di diverse squadre, con gli allenatori che puntano sull'imprevedibilità e sulla capacità di spezzare il ritmo degli uomini che entrano dalla panchina.

Nel calcio accade lo stesso. Perchè cambiando il numero dei giocatori il risultato non varia. Honda si sta dimostrando il 12esimo uomo migliore di Russia 2018.

Entra, fa segnare o segna, esulta. Come oggi. Con un saluto 'militare' con Okazaki, altra 'recluta' di Nishino entrata dalla panchina e capace di cambiare tutte le carte in tavola.

Il Giappone è ancora in corsa, e questo forse già sorprende molti. Keisuke non si vuole fermare, anzi, vuole mantenersi su questi livelli. Per far sognare (e segnare) ancora un Giappone sulla cresta dell'Honda.

 

Redazione

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