Doveva essere la principale antagonista della Juventus: l’Inter a quasi metà campionato si trova staccata di 15 punti. Di mezzo due cambi di allenatori, l’eliminazione dall’Europa League e alcuni misteri di mercato, come Gabigol. Giudicare i nerazzurri non è facile neanche per una leggenda del club come Luisito Suarez:
“E’ difficile dare un giudizio e non sbagliare, perché questa squadra è talmente irregolare che qualunque valutazione rischia di essere azzardata” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Forse i calciatori soffrono i continui cambiamenti, e all’Inter ce ne sono stati tanti, ma è arrivata l’ora che la squadra si svegli e faccia qualcosa di più. Non sarà una grande squadra, ma non è da questa classifica: sta rendendo meno di quello che dovrebbe.Miglioramenti con Pioli? Il problema è più ampio, perché tutta l’Inter in così poco tempo ha vissuto troppi cambi, dalla proprietà ai giocatori, e la sola scossa del cambio dell’allenatore non basta. Bisogna pure ammettere, però, che i giocatori devono darsi una mossa“.
Per l’ex Barca manca una guida: “Non si capisce chi comanda. Chi ha scelto di cacciare De Boer? Chi ha preso Pioli? Chi fa il mercato? Attenzione, però: non esageriamo nemmeno con questi discorsi perché rischiano di diventare un alibi per i calciatori. E non sarebbe proprio il caso. Icardi? Se il capitano lo fai tanto per fare, può essere chiunque; altrimenti bisogna scegliere chi ha più esperienza, un buon carattere e un’altra personalità. Quando scegli un giovane come Icardi diventa difficile, ma deve sempre ricordarsi che è il capitano dell’Inter, non di una squadra qualunque“.
Suning? “Sembra che abbiano delle buone intenzioni, i primi sforzi economici li hanno pure fatti. Ma adesso gli tocca la parte più difficile: portare chiarezza assoluta nella catena di comando e strutturarsi come una società. Comincerei evitando di fare un errore atavico nella nostra storia: comprare 3–4 calciatori da 30–40 milioni dello stesso valore di quelli già in rosa. Ad esempio, è stato preso Joao Mario che è uguale a Brozovic, meglio acquistare uno–due giocatori che spostano davvero i valori“.
Tre consigli alla nuova dirigenza: “Stabilire chi sarà l’allenatore con il quale provare ad aprire un ciclo, dare pieni poteri a un direttore generale, individuare una persona che faccia da trait d’union tra squadra e società. Basta copiare quello che ha fatto la Juve: tornare all’antico per puntare a vincere. Spero che facciano azioni forti perché bisogna fare di tutto per evitare di restare un altro anno fuori dalle coppe. Il rischio è alto. Gabigol? E’ un mistero. Può darsi che non sia un grande, ma 16’ sono troppo pochi per giudicarlo. A gennaio non lo darei via a patto che s’insista e che lo si faccia giocare“.
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