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La storia dei Kamara, protagonisti in Coppa d’Africa. Stesso cognome, destini comuni

Se entrate nello spogliatoio della Sierra Leone e chiamate Kamara si gireranno in molti. Già, perché in squadra ce ne sono sei e sono quasi tutti protagonisti in questa Coppa D’Africa. Portieri, centrocampisti e attaccanti, un terzo della rosa si chiama così.  Partiti senza nessuna aspettativa, stanno stupendo tutti. Ieri hanno fermato sul 2-2 la Costa D’Avorio di Kessiè, Bailly e Pepè. Martedì scorso avevano bloccato l’Algeria di Mahrez. Traguardi. Per loro che mancavano dalla competizione da 26 lunghi anni. Risultati che, neanche a dirlo, portano la stessa firma. Stesso cognome, destini comuni.  

Chiamarsi Kamara in Africa è come chiamarsi Rossi o Ferrari in Italia. Sono in molti. Uno, nessuno e centomila, si può dire scomodando Pirandello. Lo scenario è lo stesso anche in questa Coppa D’Africa. In totale i Kamara, compresa anche la versione con la “C”, sono 14. Sei in Sierra Leone, quattro nella rosa della Guinea, due in Mauritania e uno a testa tra Mali e Guinea Bissau. Praticamente ovunque. La differenza sta nel ruolo avuto nella competizione e i Kamara della Sierra Leone sono indubbiamente protagonisti. Storie diverse, che partono da lontano. E le lacrime di Mohamed Kamara dopo la partita contro l’Algeria, lo descrivono alla perfezione. Storie da raccontare.  

Le rivelazioni della Coppa d’Africa

Il portiere classe 1999 è in assoluto la rivelazione del torneo. Migliore in campo contro l’Algeria e un rigore parato a Kessiè ieri. Sorpresa, in tutto e per tutto. Se la Sierra Leone è lì a giocarsi il passaggio del turno gran parte del merito è suo. Sette interventi decisivi alla prima contro i campioni in carica, a salvare lo 0-0, un paio ieri per fermare gli elefanti di Beaumelle. Attore principale dunque, ma non è solo. Ieri sono stati infatti decisivi anche altri due Kamara, autori di entrambi i gol. Il primo lo ha fatto Musa Noah, che era all’esordio della vita in Coppa d’Africa. Non lo dimenticherà mai.    

Stessa cosa si può dire per Alhaji Kamara, punta di diamante della squadra e centravanti del Randers, squadra danese che quest’anno ha fatto anche l’Europa League. L’ha ripresa in extremis, sfruttando il pasticcio del portiere della Costa d’Avorio Sangare. Lasciare il segno. Il cognome è sempre lo stesso, le storie diverse ma legate da un filo comune. Tutti protagonisti, anche se partiti dal niente. Ora si godono il loro momento di gloria. Sei personaggi in cerca d’autore, direbbe ancora Pirandello.

Lorenzo Cascini

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