Interviste e Storie

Dalla Coppa dei Campioni al cambio nome: perché la Steaua Bucarest adesso si chiama FCSB?

L’FCSB davanti ai suoi tifosi

La Steaua Bucarest, avversaria del Bologna in Europa League, ha cambiato nome nel 2017. Il motivo? Una lunga battaglia legale

Cambia il nome, non la sostanza. Tra le grandi protagoniste del calcio negli anni ’80 c’è la Steaua Bucarest, campione d’Europa nel 1986 e finalista nel 1989, con le doppiette di Gullit e Van Basten a regalare la quarta Coppa dei Campioni al Milan nella notte del Camp Nou. Tempi d’oro di un club mai più riuscito a tornare in finale di una coppa europea e che si riaffaccia in Europa League per il secondo anno consecutivo, dopo aver raggiunto gli ottavi nella scorsa edizione, miglior risultato dal 2012-13. E che nel frattempo ha cambiato anche il nome.

La causa di questo cambio risale a una lunga battaglia legale. Lo storico club rossoblù fu costretto a rinunciare all’uso del nome e del marchio “Steaua” a seguito della disputa con il CSA Steaua, il braccio sportivo del Ministero della Difesa, che ha rivendicato l’uso del marchio e dello stemma originale. La società fondata nel 1947 fu infatti creata come rappresentativa dell’Esercito rumeno, ma dal 1998 ha iniziato un processo di privatizzazione e nel 2004 si è distaccata, divenendo indipendente sotto la proprietà di George Becali.

Il Tribunale ha dato ragione ragione al Ministero nel 2017, ritenendo che il club – essendo ormai privato – non avesse più il diritto di utilizzare l’identità militare.

Una decisione storica, che ha portato anche a una scissione tra i tifosi. Se l’FCSB ha continuato a competere nei piani alti del calcio rumeno, il Ministero ha fondato la CSA Steaua. Il nuovo club è ripartito dalla Liga IV, la quarta divisione, e ha cominciato la scalata, arrivando fino alla Liga II nel 2021. La nuova società rivendica anche il palmarés della storica Steaua Bucarest, ma UEFA e Federazione hanno dato ragione al club di Becali, che ancora oggi conta la Coppa dei Campioni vinta nel 1986.

Com’è andato l’FCSB negli ultimi anni?

L’FCSB è tornato sul trono del calcio rumeno per la prima volta dal cambio nome solo nel 2024, rompendo un digiuno lungo 9 anni. Nella scorsa stagione è riuscito a confermarsi, trionfando davanti al Cluj. Nel 2020 i rossoblù hanno vinto anche la Coppa di Romania, in finale contro il Sepsi grazie a un gol di Dennis Man.

La seconda partecipazione consecutiva alla League Phase di Europa League non può che essere motivo d’orgoglio per i Viteziști, dopo i tanti anni difficili. Dopo la sconfitta all’esordio contro lo Young Boys, allo Stadionul Național arriva il Bologna di Italiano. Una sfida tutta in salsa rossoblù, nella quale i rumeni puntano a lasciarsi alle spalle il difficile inizio di stagione. La squadra di Elias Charalambous ha raccolto soltanto 13 punti in altrettante giornate in SuperLiga, ferma al dodicesimo posto in classifica. Una posizione che ad oggi costringerebbe i rossoblù a disputare lo spareggio salvezza.

Dennis Man con la maglia dell’FCSB (screen)

Da Tanese a Cisotti

Ma chi sono i migliori giocatori dell’FCSB di oggi? Il pericolo principale per la squadra di Vincenzo Italiano è sicuramente la qualità di Florin Tanese, numero 10 e capocannoniere stagionale del club rumeno, con 8 reti. A guidare l’attacco ci pensa invece Daniel Bîrligea, classe 2000 passato in Italia con le maglie di Palermo, tra U17 e Primavera, e Teramo. L’ex Cluj ha avuto un ruolo decisivo nel playoff contro l’Aberdeen, segnando un gol e servendo un assist nel 2-2 dell’andata

C’è anche un po’ di Italia nell’FCSB che affronterà il Bologna nella seconda giornata della League Phase di Europa League. Parliamo infatti di Juri Cisotti, che dopo le esperienze tra Serie B e Serie C con Latina, Spezia e Casertana ha iniziato una vera carriera da giramondo. Prima a Malta, con le maglie di Mosta FC e Sliema Wanderers, poi in Romania con l’Otelul Galati, prima di arrivare in rossoblù a gennaio. Esterno nato a Tolmezzo, piccolo comune in provincia di Udine, il classe ’93 è riuscito sin da subito a ritagliarsi un ruolo da protagonista, trovando anche il primo gol alle fasi finali di una competizione europea a febbraio, in occasione della vittoria contro il PAOK nei playoff.

Lorenzo Renna

Nato durante i Mondiali di Corea, lo stesso giorno di Frank Lampard. Ci ho provato prima da calciatore e poi da arbitro, ma ho presto capito che a me lo sport piace raccontarlo più che viverlo in campo. Studio Economia e Azienda Digitale, ma parlo 24 ore su 24 di calcio.

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