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I tombini del club, i colori della modernità: dentro l’Allianz Stadion, casa del Rapid Vienna

Esci dalla galleria e sorridi subito, di getto. Il motivo? Facile: “Capisci di essere arrivato a casa”. Anche romantici i viennesi, storicamente non te l’aspetti. Sembrano freddi, distaccati. “Austriaci”. E invece no, c’è un pizzico di pathos. Almeno nel quartiere di Hutteldorf, ultima fermata della linea U4 nel distretto numero 14 (Penzing). La chiamano periferia, ma chi è di qui non è d’accordo: “Siamo con una città, dentro la città”. Tutti conoscono tutti come nei paesi. Guardi fuori dal finestrino e sorridi, però. La risposta si cela proprio in ciò che osservi: “Allianz Stadion”. Semplice, d’impatto. In una parola: moderno. Casa del Rapid Vienna dalla scorsa estate. Allianz, proprio lui. Già partner del club da un paio d’anni.

Il colosso delle assicurazioni, dopo Monaco di Baviera, Nizza, Sydney e Zabrze (Polonia) ha piantato un’altra bandierina. L’ennesima. E per il futuro: l’investimento è costato circa 65 milioni di euro, lo stadio manterrà il nome dell’azienda almeno fino al 2026. Rapid vincolato ma soddisfatto. Risultati? Ottimi. Chiedete al Sassuolo, che in questo stadio ha pareggiato per 1-1. Una “cittadella” di cui andare fieri, parliamo di un impianto al coperto con 25mila posti a sedere. Senza contare il museo, lo store, due bar e qualche negozio. Innovazione. “Ma il vecchio stadio un po’ ci manca, è stato la nostra storia per anni” ci confessano i passanti. Per lo più famiglie, coppie col passeggino (Hutteldorf è un quartiere residenziale). Questione di tradizioni, di vittorie, di trofei. 32 scudetti d’Austria che sanno di record nazionale. L’ultimo nel 2008 però, da lì in poi nessun titolo tra coppe e campionati. E oggi il Rapid è quinto a -9 dalla vetta: “Non ci dice bene, ma col nuovo stadio ci rialzeremo”. Sono fiduciosi. Il vecchio Gerhard Hanappi, inoltre, dopo l’ultima partita col Celtic è stato demolito proprio dai tifosi per iniziativa della società, in tanti si son portati a casa pezzi di campo o seggiolini (pagando, ovviamente). Ora al suo posto c’è l’Allianz Stadion.

Colpisce il silenzio però, quello tipico del post-partita. E i colori dell’autunno che caratterizzano Keißlergasse, la via per arrivare allo stadio. Alberi, foglie sparse. Sui muri i simboli del Rapid. Un’oasi moderna, quasi un quadro. Perfino i tombini hanno lo stemma della società. Accanto allo stadio, poi, ci sono tre campi d’allenamento ben curati, in uno di essi gioca la seconda squadra. Cancelli aperti infine, massima libertà, ti puoi muovere in tranquillità senza pagare l’ingresso. L’unica regola è la cultura del rispetto da ammirare ed esportare. Vedi le tribune, la curva del Rapid, arrivi fino a centrocampo scattando qualche foto. Ti puoi anche sedere in panchina per gustarti lo spettacolo, quel silenzio che colpisce. Nel campo, come lungo la via che porta all’Allianz. Un quadro d’autunno coi colori della modernità.

Francesco Pietrella

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