Il corpo e i muscoli sono a Spezia, ma la testa non può che essere in Ucraina. Viktor Kovalenko, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, ha parlato della situazione nel suo paese natale, dove vive la famiglia. Il centrocampista è originario di Kherson, attualmente occupata dai militari russi.
Mantenere la concentrazione sul campionato per Kovalenko, come normale e giusto che sia, al momento è in secondo piano. “Sono preoccupatissimo, per provare a dormire almeno qualche ora prendo i prodotti che mi ha suggerito il medico dello Spezia. Ogni momento può arrivare qualche brutta notizia. Migliaia di persone sorridevano al futuro, stavano costruendo la loro vita: tutto è stato spazzato via dalla guerra“. Nonostante le notizie che provengono dall’Ucraina, però, Kovalenko ha una grande fiducia della sua patria: “Sono sicuro che l’Ucraina si risolleverà“.
Mentre Viktor è in Liguria, il resto della famiglia Kovalenko continua a trovarsi in Ucraina, precisamente a Kherson. Alla domanda se ha provato a portarli da lui in Italia, il centrocampista risponde: “Impossibile: troppo pericoloso. In quella zona, se vedono passare una macchina, i russi sparano: non importa se ci sono civili, donne o bambini. Per uscire da Kherson bisogna superare tre posti di blocco”, ha concluso il calciatore in prestito dall’Atalanta.
Kovalenko tiene a ribadire che i suoi parenti non hanno intenzione di lasciare l’Ucraina anche per un’altra ragione: “I miei genitori non accetterebbero mai di partire. E questo vale per tanti ucraini. Se abbandoni la tua casa, non ritroverai nulla: i russi entrano e prendono tutto. Resti lì, difendi non solo la tua casa, ma la tua vita. Mio padre ha un fucile. Spera di non doverlo usare”.
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