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Tra Spezia e numeri speciali, Degli Innocenti: “Mi piace puntare in alto”

Sogni presenti, ricordi lontani ma ancora nitidi. Duccio Degli Innocenti è uno dei protagonisti dell’infinito Spezia di Luca D’Angelo, ambizioso e sempre pronto a mettersi in gioco: “Sto bene, sono contento, qui mi sono ambientato davvero alla grande”. racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Accento toscano, voce decisa, il messaggio è chiaro: La Spezia e lo Spezia lo hanno ormai coinvolto emotivamente. Nell’ultima gara di campionato, contro il Sudtirol, è subentrato a partita in corso e ha saputo lasciare il segno con un grande prestazione: “Era importante vincere ed è stato davvero tutto perfetto, dobbiamo continuare così. Ho trovato una società organizzata, dopo la stagione a Lecco volevo fare uno step in più”.  

 

Credit: Spezia Calcio 

 Eppure, il legame con lo Spezia, potrebbe essere nato inconsapevolmente in un giorno preciso. Un momento, il 6 aprile 2024: “Quella partita me la ricordo bene, io giocavo con il Lecco e alla fine riuscimmo a strappare un pareggio. Eravamo entrambe in una situazione difficile di classifica. Chissà, magari è stata proprio quella prestazione a far incuriosire lo Spezia (ride, ndr)“. Dalla prima stagione tra i professionisti fino alla concreta possibilità di inseguire un sogno speciale. 

 

Credit: Spezia Calcio 

Prime volte e affacci su La Plata

L’avventura nel mondo del calcio di Duccio inizia nella sua Toscana, sponda Empoli. Lì cresce, studia e si lega alle prime figure speciali: “Per me Empoli è come casa, mi hanno accolto quando avevo soltanto otto anni e sono poi arrivato fino in Serie A”. Già, perché c’è una data precisa che segna un prima e un dopo. L’avversario è la Juventus, il palcoscenico l’Allianz Stadium: “È stato un esordio speciale, mi sono ritrovato in mezzo a calciatori che fino a qualche anno prima guardavo in TV. In quel momento ho ripensato a tutti i sacrifici che avevo fatto per arrivare fino a quel punto. Quando mi è stato detto di prepararmi per entrare in campo ho avvertito un’adrenalina fortissima”. 

Lo sfondo, però, ha sfumature che riportano in Argentina. Siamo a La Plata, per il Mondiale Under 20 del 2023, primo viaggio intercontinentale con la maglia della Nazionale italiana: “Il Mondiale ti da delle emozioni particolari, abbiamo avuto anche la fortuna di arrivare fino in fondo. Nonostante la finale persa con l’Uruguay, e il secondo posto, porterò questa esperienza per sempre dentro di me”. E porprio lì, con i colori azzurri addosso, conosce un grande protagonista dello Spezia attuale: “Si, c’era anche Pio Esposito con me e quando si è parlato del mio trasferimento in bianconero l’ho contattato subito. Abbiamo un bel rapporto”

 

Credit: Spezia Calcio 

 

Famiglia

L’Empoli è stata la sua casa calcistica, ma le origini sono però in famiglia. E quando a Duccio gli si chiede perché proprio il numero 6, la risposta è sempre questa: “Per mio nonno, Alessandro, che per tanti anni è stato capitano del Siracusa. Ma anche per mio papà. Loro erano due difensori centrali ed è un numero che in passato veniva attribuito proprio a quel ruolo lì. Lo scorso anno ho preso il numero 5 a Lecco, mentre adesso il 6. Il calcio è sempre stato presente a casa nostra”. Tra gli idoli, però, c’è anche un altro calciatore speciale: “Sicuramente Iniesta, credo sia il giocatore che mi ha affascinato più di tutti”. Intanto, nelle prime posizioni della classifica, c’è anche il Pisa di una sua vecchia conoscenza, Samuele Angori: “Siamo stati insieme all’Empoli, anche se solo per una stagione, ci sentiamo spesso e scherziamo un po’ su questa rivalità a distanza. Ci siamo incrociati durante la prima giornata di campionato e abbiamo avuto modo di parlare”. 

Talento, ma anche mentalità: “Sto studiando all’Università, voglio costruirmi un futuro anche al di fuori del calcio. Sul campo, invece, spero di arrivare in alto ma crescendo gradualmente. Il cammino è fondamentale, ti forma come uomo e come calciatore”. Spezia, famiglia e ricordi, il percorso recente di un ragazzo pieno di talento, che ha grande voglia arrivare al suo obiettivo. Per salutarci, però, è quasi obbligatoria una domanda, ma Vignali e Cassata ti hanno insegnato un po’ di spezzino? “Non ancora (ride, ndr), ma c’è tempo”. Tempo, mentre il sogno di Duccio e della squadra di Luca D’Angelo continua a scorrere ininterrottamente verso una nuova grande meta. 

 

 

Rocco Cristarella

Nato nel 1995, vivo sospeso a metà tra la Calabria e Pisa. Cresciuto tra una punizione di Pirlo (rigorosamente al Granillo) e le magie di Manu Ginobili. Vivo di storie e di sport, in attesa di coronare il mio sogno: diventare giornalista.

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