La qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Italia dello Spezia è
racchiusa per lo più nei suoi guantoni. Freddezza, concentrazione e… dvd,
questi i suoi segreti per ipnotizzare i suoi avversari sul dischetto. Leandro
Chichizola si gode il ‘suo’ momento magico, figlio della vittoria ottenuta
contro il Palermo al Barbera al termine di un’entusiasmante lotteria di rigori
risolta proprio da lui. “Studio, mi documento, guardo tanti
video – commenta il portiere argentino al Corriere dello Sport – alla fine,
però, mi affido soprattutto all’intuito”.
Pjanic, Zapata e Balogh sono solo
alcuni dei rigoristi finiti… nella rete di Chichizola, divenuto ormai un vero e
proprio specialista in materia: “Durante gli allenamenti mi diverto anche a
tirarli i rigori, per questo motivo Di Carlo l’altro giorno mi ha inserito come
quinto in lista. Una scelta azzeccata visto poi come è andata a finire”. E
pensare che Leandro all’inizio amava più la palla… a spicchi che quella di
cuoio: “Da piccolo mi piaceva il basket e giocavo nel San Justino, dove mio
padre ricopriva un ruolo a livello dirigenziale. Poi a undici anni litigai con
un arbitro e presi 30 giornate di squalifica. Da quel momento in poi mi
ritrovai tra i pali nella squadra di calcio del San Justino con Pitu Garcia
come allenatore”.
Una famiglia di medici, ma Leandro ha scelto un’altra strada:
“Mio padre è ginecologo, mia madre pediatra e mio fratello è un dottore. Mia
sorella più piccola ancora studia io invece ho fatto tutt’altro. A quattordici
anni mi notarono i dirigenti del River, il periodo più bello lo passai vivendo
in convitto a pochi metri dal Monumental. C’era tutto: anche il cinema. Sono
cresciuto con Giovanni Simeone, il Cholito, con Ocampos e Orban: ora tutti nel
Genoa. Siamo rimasti in contatto. E continuo a sentire al telefono anche
Pereyra, che adesso è al Watford. E Lanzini, trequartista del West Ham. Dal
River non andai via per soldi, desideravo giocare titolare e lì non mi veniva
garantito. Resto un tifoso dei Millonarios, però non mi sono pentito”.
Nell’estate
del 2014 l’arrivo allo Spezia, ma Chichizola avrebbe potuto firmare per un
altro team: “E’ vero, avevo quasi chiuso con il Verona ma lì sarei partito come
riserva di Rafael e allora ho scelto lo Spezia. Oggi posso dire di aver fatto
la scelta giusta. Ho il contratto in scadenza, ma rispetto tantissimo i
dirigenti e voglio essere leale con loro e con i tifosi. A gennaio mi siederò
ad un tavolo con la società e valuteremo il da farsi, qui mi trovo bene e vogliamo
raggiungere i play-off”.
Calcio e non solo, dal momento che Chichizola si
occupa anche della Fondazione “Manos Solidarias”: “E’ una struttura diretta da mia madre,
aiuta i bambini poveri e denutriti. Ho organizzato qualche partita nel mio
paese per raccogliere fondi. E i miei compagni del River Plate hanno sposato
ogni iniziativa con sensibilità”.
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