Jay Spearing - IMAGO
Centrocampista dell’U21 ma anche collaboratore tecnico nell’U18: Jay Spearing è l’uomo in più nel settore giovanile del Liverpool
Esperienza al servizio dei giovani. Poche parole, ma che descrivono alla perfezione Jay Spearing. Il classe ’88 è l’uomo in più dell’academy del Liverpool: centrocampista fuori quota nell’U21 di Rob Page e collaboratore tecnico di Simon Wiles per l’U18, capace di insegnare dando l’esempio e di lasciare il segno ogni volta che scende in campo. Sia con gli scarpini ai piedi che dalla panchina.
Ne ha fatta di strada quel ragazzo di Wallasey entrato nel settore giovanile dei Reds a 7 anni. Nato a poco meno di 10 chilometri da Anfield, con il Liverpool è stato protagonista a tutti i livelli. Nel 2007 vinse infatti l’FA Youth Cup da capitano, prima di debuttare tra i grandi nella successiva stagione, contro il PSV in Champions League. Il totale in prima squadra arriva a 55 presenze, arricchite dalla vittoria della Coppa di Lega, proprio pochi mesi prima del suo trasferimento al Bolton al termine dell’estate 2012.
La sua carriera è riassumibile però in una breve dichiarazione di Brendan Rodgers, all’epoca allenatore del Liverpool: “È un giocatore che ha fatto la gavetta qui, lo conosco da quando era un ragazzino. Ha l’anima del club nel cuore“.
Dopo diversi anni passati tra Championship, League One e League Two, il centrocampista decise di tornare a casa al termine della sua esperienza al Tranmere. Con un ruolo tutto particolare: dal 2022 è sia fuoriquota nella rosa dell’U21 che collaboratore tecnico nella sezione U18. Un autentico punto di riferimento nel processo di crescita dei giovani dell’academy del Liverpool.
Il senso d’appartenenza di Spearing non può che essere un elemento importante nella crescita dei giovani Reds. Il centrocampista ha commentato così il suo doppio ruolo ai microfoni del Liverpool Echo: “È piuttosto nuovo nel mondo dello sport. Ci è voluto un po’ di tempo per abituarmi, ma esistono diversi modi di allenarsi“.
Una transizione passo dopo passo verso una nuova vita: “Alla fine voglio diventare allenatore. In questo momento non avrei potuto chiedere di meglio, perché sono ancora in grado di allenarmi tutti i giorni e dimostrare tutto ciò che Alex Inglethorpe (Academy Director del Liverpool, ndr) vuole che i ragazzi seguano“.
Non stiamo parlando di Gerrard o Carragher, è vero, ma Jay Spearing rappresenta a pieno un ponte ideale tra due generazioni diverse di ragazzi cresciuti dalle parti di Anfield Road. E che ora sta contribuendo alla formazione del futuro del Liverpool, mettendo a disposizione la sua grande esperienza, con l’anima del club nel cuore, come diceva Rodgers. Forse non è un caso se Arne Slot ha già pescato con successo dall’U21, ritrovandosi tra le mani un gioiellino come Rio Ngumoha.
Il modo di vivere il calcio è inevitabilmente cambiato rispetto al passato, come svelato dal classe ’88 al podcast That Peter Crouch: “La cosa più difficile è farli parlare. Penso che il gioco si sia evoluto e che i ragazzi di oggi non vogliano: hanno paura di non sembrare abbastanza cool. Io, invece, non sto zitto in campo“.
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