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Spal, Paloschi: “Mi fermano ancora per strada e mi parlano del mio gol all’esordio con il Milan”

Esordio indimenticabile con la maglia del Milan condito da un gol dopo 18 secondi. Sono passati 10 anni dal debutto in A di Alberto Paloschi: “Mi fermano per strada e mi parlano di quell’ episodio. A me fa piacere perché era la realizzazione del mio sogno di bambino”. Il 10 febbraio 2008 era maggiorenne da un mesetto, Ancelotti a fine primo tempo lo mise in campo e dopo diciotto secondi segnò il gol decisivo: “Ma non mi sono mai sentito prigioniero di quei diciotto secondi. Magari qualcuno pensa che chi inizia così debba poi fare tutta la carriera nel grande club, ma ogni calciatore ha il proprio percorso” – ha dichiarato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Storia simile quella che sta vivendo Cutrone: “Ha la stessa fame di gol che ho io. Mi piace molto, fa bei movimenti. L’ unica cosa che gli consiglio è di fare sempre le scelte che nascono nel suo cuore”. Alberto ha accettato una nuova sfida ripartendo da Ferrara: “Io voglio solo far bene qui, ma davvero: punto ad andare in doppia cifra e contribuire alla salvezza della Spal. L’ ambizione della grande squadra c’ è sempre, ma io per riuscire a esprimermi al meglio devo sentirmi importante e quindi ho bisogno di giocare. Mi metto sempre in discussione, ma con ottimismo e senza paura”.

La scorsa stagione non è stata semplice per Paloschi, partito titolare con l’Atalanta e finito in panchina: “Sono dispiaciuto, ma non ho rimpianti perché ho davvero dato tutto. Forse ci tenevo troppo perché avevo vissuto in quella provincia, mi sentivo a casa. Bergamo è speciale perché, come accade a Ferrara, i bambini tifano per la squadra della città e non per un grande club. Tornavo a casa e mi chiedevo che cosa potessi fare di più per incidere. Mi rode non aver dato una mano, ma ho la coscienza a posto: mi sono sempre allenato bene per non fare un torto alla squadra e a me stesso” Infine un giudizio sui bomber della A: Dzeko, Higuain, Icardi, Immobile, Mertens: chi è il suo centravanti preferito? “Ciro: è italiano e ho avuto la fortuna di giocare con lui nell’ Under”.

Il resto dell’intervista è possibile trovarla nell’edizione odierna della ‘Gazzetta dello Sport

Redazione

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