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Euro U21, Spagna in finale: sarà rivincita con la Germania

Due anni dopo la faccenda è sempre la stessa: Spagna e Germania, ancora una volta finaliste dell’Europeo Under 21. In Italia come in Polonia.

Una giornata di grandissimo caldo, forse il peggiore sofferto durante il torneo, non ha impedito alle due grandi favorite di raggiungere il proprio obiettivo. La Germania ha lanciato il segnale, la Spagna ha risposto prontamente.

Una reazione di carattere da parte di chi la sconfitta di Cracovia del 2017 non l’ha proprio digerita. “Amo le seconde opportunità e spero di avere la mia rivincita contro la Germania” aveva detto pochi giorni fa Ceballos, uno che pur essendo stato premiato come miglior giocatore della stessa edizione non è riuscito a mandare giù il fatto di doversi accontentare del secondo gradino del podio.

E infatti è stato proprio lui uno dei trascinatori della Spagna verso la rivincita, prima con la sua qualità, poi con il carattere. Perché se nella fase a gironi hanno fatto la differenza le sue giocate, nella semifinale con la Francia è stato determinante il suo apporto emotivo. Al vantaggio della Francia, arrivato in avvio su rigore ancor prima del primo tiro in porta, ha saputo dare la scossa ai compagni recuperando in fretta il pallone dal fondo della rete per metterlo al centro del campo.

Un gesto significativo in grado di trasmettere le sensazioni migliori ai compagni che da lì in poi hanno tenuto una lezione universitaria di calcio. Palleggio e qualità, ritmo e inserimenti: roba da Spagna vera, un tiki-taka concreto e spettacolare che esalta la superiorità rispetto alla Francia.

L’ha voluta e l’ha ottenuta questa rivincita la Spagna, che oltre a rimontare ha persino dilagato. Prima Marc Roca, una delle novità delle ultime partite, poi Oyarzabal, Dani Olmo e Borja Mayoral: quattro marcatori differenti per una squadra che arriva in porta con una facilità impressionante.

Missione compiuta, quarta finale nelle ultime cinque edizioni del torneo. La Spagna ha la sua rivincita con la Germania: da Cracovia a Udine, un viaggio lungo due anni per ritrovare l’avversario più aspettato e provare a tornare sul tetto d’Europa.

Simone Gamberini

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