Sarà per quel suo essere così ‘normale’, in un mondo che di ‘normale’ ha davvero ben poco, quasi nulla. Sarà per quel sorriso e quell’allegria brasiliana così contagiosa, sarà perché davvero non poteva finire tutto in quel modo, a soli 27 anni. Con un messaggio pieno di amarezza su Facebook a ringraziare tutti e un contratto strappato via per colpa di un fisico che non è stato capace di reggere un talento esagerato. Sarà per tutte queste ragioni e per altre mille ancora, ma oggi in molti sono tornati a sorridere. Dall’impiegato di banca al maestro elementare, dal pizzaiolo al benzinaio. Tutti, nessuno escluso. Perché se Felipe Sodinha di mestiere fa il calciatore è solo perché Dio gli ha donato un talento fuori dal comune. Ma Felipe, in fondo, è proprio uno di loro. Il campione della porta accanto.
Quello che se vi incontrasse ad un semaforo vi aiuterebbe ad attraversare la strada, quello capace di fermarsi al parco per giocare fino a tarda sera a pallone insieme ad un gruppo di bambini. Il suo ritorno al calcio giocato è la rivincita del tifoso comune, di coloro che nel mondo incantato dei vari Messi, Cristiano Ronaldo e compagnia proprio non riescono a rispecchiarsi. Sodinha invece è diverso, Sodinha è uno di loro. Problemi e bravate ‘comuni’: qualche chilo di troppo, quella pancia che a un calciatore proprio non si addice, qualche eccesso fuori dal campo, specialmente in gioventù. Chi non ne ha commessi di errori. Felipe ne ha fatti tanti e non li ha mai nascosti: “Sono arrivato all’Udinese dalle favelas e con i primi soldi mi sono divertito troppo…”. Lo avremmo fatto in molti, Felipe.
Adesso il ritorno: “In Brasile piangevo a vedere le partite in TV e adesso eccomi qui. Quando sono tornato in Brasile sono stato fermo solo un mese, poi ho subito ripreso ad allenarmi e sono in forma. Adesso spero subito di segnare e di riuscire a salvare il Mantova che ha un progetto importantissimo”. Già, il Mantova, la Lega Pro. La nuova vita di Sodinha è appena iniziata: firma sul contratto ed un nuovo sorriso. Sul volto di Felipe sì, ma non solo: a sorridere oggi sono proprio in tanti. Dall’impiegato di banca al maestro elementare, dal pizzaiolo al benzinaio: il ritorno del campione della porta accanto è anche il loro riscatto. Quello della gente ‘normale’ che si rivede in un campione ‘normale’. Altro che chili di troppo…
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