L’Europa League è veramente la coppa del Siviglia? “Si, assolutamente”. Il tre volte campione dell’UEL con gli spagnoli Nico Pareja ha risposto alla domanda che per l’ennesima volta si sono fatti i tifosi europei dopo l’ennesima finale. Sarà la settima per la squadra di Mendilibar, tutte vinte le precedenti sei. Questa volta ci sarà la Roma a provare a interrompere il dominio spagnolo. “Sono convinto che il Siviglia darà tutto in nome di quella riconoscenza che prova per questa coppa“, ci ha raccontato l’ex difensore argentino tre volte vincitore del torneo. “Comunque la Roma è una grande squadra sia in Italia che in Europa, perciò, sarà una partita molto difficile“.
Mourinho ha detto che “in finale la storia non gioca”. Ma ricollegandoci alla prima domanda, è innegabile che tra il Siviglia e l’Europa League c’è un legame speciale. “Nessuno la vuole come noi“. Sono passati anni da quando ha lasciato la squadra, ma gli si riferisce sempre con il noi. In una parola, fedeltà. “Ci ha fatto vivere grandissimi momenti di riconoscimento a livello mondiale. La sentiamo in una maniera differente rispetto agli altri e si vede nelle partite“.
Un aspetto che abbiamo visto da vicino nella semifinale contro la Juve. “A Torino il Siviglia è stato molto superiore alla Juve. Mentre al Pizjuan è stata più equilibrata. La Juve ha avuto diverse occasioni come gli spagnoli”. Grandi parole di ammirazione per i bianconeri. “La Juventus comunque rimane uno dei club più grandi del mondo con giocatori che valgono tanti milioni, un grande potere economico e un grande allenatore. Ma la forza della squadra del Siviglia fa sì che anche con queste grandi differenze, tutti i valori si pareggiano. Ho diversi amici ancora oggi lì e si meritano questa finale“.
Che tipo di partita si aspetta Pareja? “Il Siviglia è una squadra molto competitiva come la Roma, sarà una bella finale. I giallorossi hanno un allenatore [Mourinho, ndr] che sa come vincere. Il Siviglia seguirà la linea che ha seguito fino a ora. I dettagli faranno la differenza”. E soprattutto a una caratteristica dovrà fare attenzione la Roma. “L’unione della squadra. Sono una grande famiglia. Questo è stato un anno difficile per loro, ma quando è arrivato il nuovo allenatore hanno iniziato a funzionare come una squadra e sono arrivati dove sono oggi. In campionato sono risorti e sono in finale di Europa League”.
La stessa ideologia di quando era lui lì. “Non c’era individualismo, ed è una caratteristica che ha sempre avuto la squadra. Il Siviglia non si è mai distinto per avere grandi singoli giocatori, ma per una grande squadra nella sua totalità. La forza di una squadra è molto più importante di quella di un solo grande giocatore”.
Di Europa League se ne intende. Ne ha vinte tre, anche se ha giocato due finali (l’ultima contro il Dnipro l’ha saltata per infortunio, ndr). “La mia prima è stata la più difficile per tutto il contesto. Giocavamo contro il Benfica che era un’ottima squadra. Noi eravamo tutti giocatori nuovi, il club era da tanti anni che non vinceva niente ed eravamo partiti addirittura dai preliminari. Lì ho fatto una delle partite più belle della mia carriera“.
Non poteva essere altrimenti in un ambiente così importante per Pareja. “È la squadra del mio cuore. Ho avuto la fortuna di giocare lì per 5 anni e non è stato un caso: molti dei miei valori sono simili a quelli di tutto il club. Far parte della storia di questa squadra è un orgoglio“. Sa che contro la Roma sarà dura, ma il suo spirito sevillano è pronto a tifare per una nuova finale.
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