Il presidente della Lega Serie A Ezio Maria Simonelli (Imago)
Le parole del presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli sul futuro del campionato.
“Stamattina mi ha telefonato un presidente e mi ha detto: “Ma tu sei un santo, chi te lo fa fare?”. La risposta è semplice: la passione. È questa la spinta che mi ha convinto ad accettare la candidatura alla presidenza della Lega di Serie A”, racconta il presidente Ezio Simonelli al Corriere della Sera.
Il suo legame con il calcio nasce molto tempo fa, nel 1982, quando da giovane praticante fu protagonista di una causa fiscale legata ai premi mondiali della Nazionale. Da allora, la strada di Simonelli non si è più allontanata dal pallone, fino ad approdare oggi alla guida della Lega di Serie A.
Il bilancio del suo primo semestre è positivo: “Mi avevano parlato di un’assemblea rissosa, invece ho trovato compattezza e spirito di collaborazione”, spiega.
Ora le sfide non mancano: dal nodo stadi alla lotta alla pirateria, passando per la sostenibilità economica e il rilancio della Nazionale. Simonelli ribadisce la necessità di investire nei vivai e di riformare il calendario, senza dimenticare la priorità di rendere il calcio italiano più appetibile all’estero.
La prima emergenza è quella degli stadi: “Per fortuna in Italia non siamo grandi consumatori di birra, altrimenti sarebbe un dramma andare in bagno nei nostri stadi. Ma al di là dell’ironia, le urgenze sono serie. C’è il nodo fiscale: se vogliamo rilanciare la Nazionale, dobbiamo investire nei vivai con sgravi mirati. E poi la pirateria: causa 350 milioni di danni l’anno. Chi usa il pezzotto deve capire che sta commettendo un furto. Nazionale? Guardo con apprensione ma anche con fiducia al lavoro di Gattuso: sarebbe una catastrofe non partecipare al terzo Mondiale consecutivo. Servono investimenti e coraggio”.
Simonelli mantiene la calma: “Non vedo scenari apocalittici: i diritti tv domestici sono stati venduti fino al 2029. Adesso però dobbiamo concentrarci sulla cessione dei diritti all’estero. Per questo mi sarebbe piaciuto disputare tutta la prima giornata lontano dall’Italia, negli Stati Uniti: avevo ricevuto anche una proposta economica. Sarebbe bello poterlo fare in futuro, quando magari ci saranno regole più permissive”.
Sulla Serie A: “Guardo al campionato con fiducia: anche senza i grandi nomi di una volta, resta il torneo più equilibrato d’Europa. Negli ultimi sei anni hanno trionfato quattro squadre diverse, nessun altro campionato può offrire una simile imprevedibilità. Però dobbiamo coinvolgere i giovani: non possiamo più permetterci partite che iniziano alle 20.45. L’orario ideale sarebbe le 20 e, se dipendesse da me, lo cambierei immediatamente”.
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