Il ritorno di Morata a Torino? Indigesto. Dal punto di vista sportivo, sia chiaro. Perché del legame tra lo spagnolo e la città (e l’ambiente juventino), nessuno può avere dei dubbi. È cosa nota, lo sanno tutti. Pure Simeone, che non voleva Alvaro distratto dal suo ex ambiente e dagli amici che hanno approfittato del suo arrivo nel capoluogo piemontese per passare a salutarlo. Ok i saluti, ok le visite, ma solo la sera prima della partita. Durante il giorno della gara nessun contatto. Ma anche di più: nessuna foto e nessun saluto.
L’allenatore dei colchoneros ha infatti imposto a Morata di non incontrare nessuno, ma nemmeno di fare un cenno di risposta agli eventuali tifosi bianconeri che richiamassero la sua attenzione, nel tragitto in pullman dall’albergo allo stadio. Un modo per tenere concentrato l’attaccante che non è servito: lo spagnolo ha faticato contro la sua ex squadra, ha perso un pallone che ha avviato l’azione del primo gol di Ronaldo e soltanto una volta si è reso pericoloso davanti alla porta di Szczesny. Il profilo basso voluto da Simeone non è servito: l’Atletico è uscito e Morata è rientrato sconsolato negli spogliatoi. Ma, visto il suo trascorso in Piemonte, Morata avrà altre occasioni per tornare a Torino con il sorriso sulle labbra.
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