L’adrenalina prima, la paura poi. Infine l’illusione e la beffa. Nel pomeriggio del Piacenza non è mancato niente. A Siena doveva essere festa, ma alla fine ad invadere il campo sono i tifosi della Virtus Entella. 300 chilometri più lontano, come quelli che hanno dovuto affrontare i tanti pullman colorati di rosso. Arrivati al Franchi sognando la B e ripartiti con una grande delusione sulle spalle.
Il pomeriggio era cominciato con la voce dei quasi 3000 piacentini a movimentare uno stadio ancora deserto. Ad un’ora e mezza dall’inizio della partita, quando i tifosi del Siena probabilmente dovevano ancora partire da casa. Troppo l’entusiasmo, troppi i ricordi di una B che manca da otto anni. Qualcuno ha la maglia di Inzaghi, ma si vede anche la cinque di Vierchowod e quella del centenario. Pure una bandiera dell’Argentina, perché Franco Ferrari ormai è un idolo. Serviranno i suoi gol nella bolgia dei playoff.
I baci del presidente Stefano Gatti al settore ospiti prima dell’inizio del match. Due bambini che con un cartellone chiedono la maglia a capitan Pergreffi. Lui risponde con un occhiolino, ma a fine partita sarà troppo arrabbiato per ricordarsi della promessa fatta. Spera di poterli rincontrare questi due piccoli tifosi, magari per festeggiare una promozione che a quel punto sarebbe stata solo rimandata.
Il primo tempo si chiude così, con due 0-0 su due campi diversi che significherebbero Serie B per il Piacenza. La ripresa inizia con la camminata nervosa di mister Franzini nella sua area tecnica e con la panchina emiliana in piedi a vivere trepidamente ogni istante. Ad incoraggiare i compagni in campo dopo la rete di Cianci e a disperarsi per la traversa di Ferrari. Poi la bomba dalla distanza di Gliozzi, che aveva già centrato una traversa in rovesciata e che va ad esultare sotto la sua curva.
Cala il silenzio, gli schermi dei cellulari iniziano ad illuminarsi. Un occhio al campo, uno su Entella-Carrarese. Ormai dipende tutto da quel risultato. Con un pareggio il Piacenza passerebbe nonostante la sconfitta. A tenere in piedi le speranze di Franzini e dei suoi ragazzi sono i miracoli di Mazzini, il gol annullato a Mota Carvalho e l’errore incredibile di Eramo. I tifosi però questo non lo possono sapere. Loro vedono e sentono semplicemente due numeri, due 0. Che vorrebbero dire festa ma che non resistono fino alla fine.
All’89’, infatti, Mancosu segna il gol della promozione. Chiavari esplode di gioia, a Siena festeggiano solo i tifosi di casa per la loro piccola “vendetta”. Sì, perché un anno fa hanno assistito alla stessa storia, ma a parti invertite. Penultima giornata, il Piacenza sicuro dei playoff passa al Franchi con i gol di Romero e Corazza. Il Livorno fa un punto a Carrara e sale in Serie B, con i bianconeri che alla fine chiuderanno secondi ad un punto dalla vetta. Tre squadre coinvolte su quattro sono sempre le stesse. Così come la classifica finale e gli esiti. Pazzesco.
Finisce con i giocatori del Piacenza seduti a terra. Esausti e senza parole. Non soli però: con loro ci sono i tifosi, che qualche istante prima hanno esultato per alcuni falsi allarmi riguardo al punteggio di Chiavari. Chiamano la squadra sotto la curva: “Fino alla fine forza Piacenza” gridano. Riconoscenza dopo annate straordinarie. La linea del traguardo si allontana sul più bello, ma niente è irrimediabile. Non lo è stato nemmeno un fallimento, non lo è stato neanche ripartire dall’eccellenza. Ora qualche giorno per sbollire. Poi sarà di nuovo battaglia.
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