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Senso di colpa e una pressione crescente sulle spalle: Florenzi in lacrime a fine gara

Una serata amara per la Roma, segnata in maniera indelebile dalle decisioni discutibili di Cakir e del Var. Ma c’è un’immagine che rimarrà nella mente dei tifosi giallorossi: le lacrime interminabili di Florenzi. Un fiume in piena di emozioni: dispiacere, rabbia, senso di colpa. La sente sulle spalle questa sconfitta. Un rigore procurato in maniera goffa, forse involontaria. Una trattenuta maldestra e purtroppo decisiva. A palla lontana, impossibile per Fernando prendere quel pallone.

Ma la troppa voglia di difendere la propria porta, di fermare l’attaccante avversario a volte fa fare gesti errati. E lo sa anche Florenzi. In quelle lacrime c’è tutta l’amarezza di una giocata goffa che è stata la pietra tombale su una prestazione gagliarda, di squadra. In un momento dove tutto sembrava dovesse andare a rotoli, la Roma stava conquistando i calci di rigore. Anzi stava giocando a viso aperto. Il cucchiaio sbagliato da Dzeko, il rigore solare su Schick. La partita era indirizzata, ma poi quella mano ha rovinato tutto. E al fischio finale la scarica nervosa ha avuto la meglio.

Lacrime, tante. Mani sul viso disteso a terra. Inconsolabile anche da Casillas. Troppo forte il senso di colpa per un errore solare. Scarica nervosa forse figlia anche di una crescente pressione ormai diventata un macigno sulle proprie spalle. Da quel rinnovo così chiacchierato, così criticato da parte di alcuni tifosi, per uno che “non sarò mai come De Rossi e Totti”, disse il giorno della firma. Con la consapevolezza di una contestazione “che sento ma che faccio passare, perchè l’importante è la maglia della Roma”. Ma tutto questo non può non diventare pesantissimo. Ogni gesto è analizzato e sviscerato, in un clima diventato quasi ostile con parte della tifoseria. La fascia al braccio, i sorrisi, le strette di mano. Tutto è sempre sotto la lente d’ingrandimento e spesso criticato. Oggi è arrivato anche l’errore decisivo, con le lacrime a decretare forse l’insostenibilità di tanta pressione sulle spalle di un ragazzo che vuole solo essere solo Alessandro Florenzi.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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