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Sef Torres, la crisi non trova fine: giocatori sfrattati da albergo e campo d’allenamento

C’era una volta la Torres… Quella di Cuccureddu, Evacuo, Guberti, Luci e Palumbo, che nel 2006 sfiorò la serie B. E ancora prima c’era la Torres di un certo Gianfranco Zola, che già nel 1988 accarezzò il sogno della cadetteria. Una storia lunga 113 anni, fatta di cadute e risalite, di gioie e sofferenze, ma sempre attraversate con dignità. Quello che sta succedendo a Sassari dal 2015 non ha nulla di dignitoso. Prima la retrocessione in serie D per la vicenda scommesse. Poi il cambio di proprietà e lo smantellamento di una rosa che con il minimo sforzo poteva essere nuovamente protagonista tra i professionisti.

Si parla di un debito di più di 800 mila euro. La squadra quest’anno si è presentata con un gruppetto di 5-6 giocatori esperti (alcuni ultratrentenni) e tante promesse, ragazzi che per la prima volta si sono trovati ad affrontare un campionato di serie D. I risultati rispecchiano il brutto momento e in questa stagione alle umiliazioni sul campo si sommano quelle fuori dal rettangolo verde. Appena un mese fa abbiamo raccolto gli sfoghi dell’ex direttore sportivo Andrea Colombino, del tifoso storico Antonio Dellacà e di una delle bandiere della società sassarese, Stefano Udassi. I loro moniti non sono serviti…

Di oggi la notizia dello sfratto di alcuni calciatori dal campo di allenamento, situato a Ossi, e dall’albergo che ospita alcuni di loro. Ancora nessuna comunicazione in merito da parte della società, che raramente quest’anno ha dato spiegazioni. E’ solo l’ultimo capitolo. Tutto è cominciato durante il ritiro, con i giocatori costretti a pagare di tasca propria gli spostamenti al campo d’allenamento per l’assenza di un mezzo di trasporto. La società è sprovvista di foresteria e i nuovi arrivati si sono dovuti arrangiare per trovare sistemazione. L’albergo ha presentato oggi il conto.

La città e i tifosi schiumano rabbia, 113 anni di storia calpestati senza spiegazioni. Petizioni, pagine facebook, manifestazioni di piazza. Sassari ha già fatto sentire la sua voce e continua a chiedere aiuto. Al momento nessuna risposta.

Francesco Caruso

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