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Seedorf racconta: “La mia pazzia più grande? Vincere la ‘Septima’ con il Real. Tremendo giocare contro Thuram”

La prossima finale di Champions League a Milano sarà il remake di quella di due anni fa, ossia Real Madrid – Atletico Madrid e, proprio per l’occasione, quest’oggi Clarence Seedorf, ambasciatore UEFA, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo ‘As’. Un’intervista a tutto tondo, dalle due finaliste fino al Leicester, passando per i grandi campioni incontrati in carriera.
Seedorf è stato uno dei protagonisti della settima Champions League del Real Madrid, quella del ritorno sul trono più alto d’Europa, a distanza di 30 anni dall’ultima Coppa dei Campioni conquistata da Sanchis e Gento: “Vincere la ‘Septima’ è stata la cosa più pazza che ho vissuto nella mia carriera. E’ stata un’emozione simile a quella vissuta con l’Ajax, con la differenza che quello è stato un successo in una città più piccola. Prima della finale l’atmosfera era straordinaria, mi ha fatto capire quanto questo titolo fosse stato inseguito negli anni e, quello che è successo dopo la vittoria, è stato pazzesco. L’arrivo all’aeroporto, il trasferimento tra le strade della città, la passione a Plaza de Cibeles… non avrei mai immaginato di vivere un’atmosfera simile”.
Una finale, quella del prossimo 28 maggio a San Siro, che metterà di fronte il grande Real Madrid e l’Atletico di Simeone: “Non è un caso che l’Atletico sia lì – dice Seedorf – ha raggiunto la finale due volte negli ultimi tre anni ed è tra le squadre più grandi d’Europa. Se l’è guadagnato. Ha fatto già dei grandi risultati, cambiando alcuni giocatori nel corso delle ultime stagioni, ma rimanendo sempre al top. E’ chiaro che Simeone abbia iniziato una nuova era all’Atletico. Ha fatto un ottimo lavoro ed è molto competitivo.”
Certo una finale dal risultato incerto, dove la pressione sembrerebbe tutta sugli uomini del Cholo, ma Seedorf non è d’accordo: “Le due squadre hanno meritato di stare dove sono e in questo tipo di partite la pressione è generale. Anche se, onestamente, quando si ha di fronte il Madrid di solito la pressione è per i rivali”. La preoccupazione principale per l’Atletico sarà principalmente quella di fermare Cristiano Ronaldo, sicuro protagonista della finale di Milano. Seedorf però ha una visione più di insieme e non personalizzata di CR7, visto il lignaggio del club di Madrid: “Il Real Madrid non dipende da un solo giocatore. Cristiano è un giocatore che fa la differenza, ma il calcio è uno sport di squadra. E il Real è più di Ronaldo”.
Real-Atletico che potrebbe appassionare solo i tifosi di Madrid, o al massimo solo gli spagnoli: “Assolutamente no – ammette fermamente Seedorf – finale noiosa? Abbiamo già sperimentato qualche finale con due squadre dello stesso paese, con il Manchester United o Chelsea, per esempio. Se le due squadre meritano di essere in finale, non importa di quale paese o di quale città sono”.
Seedorf parla anche dell’argomento più caldo di questi giorni: la favola Leicester, la perfetta antitesi del real Madrid: “Hanno dimostrato che non tutto dipende dal denaro – commenta Seedorf – quello che devono fare i giocatori e la città di Leicester è godersi il momento. Il prossimo anno, per esempio, giocherà la Champions League, qualcosa di inimmaginabile. Loro dovranno fare esperienza e stabilizzarsi in Premier League, ma per adesso quello che devono fare è godersi la vittoria”.
L’olandese scherza su Roberto Carlos: “Diciamo che è difficile parlare con lui, è come cercare di parlare con il Papa. Ogni settimana cambia telefono. Ma è un mio caro amico”. E poi ammette come si senta ancora fortemente madridista: “Certo, lo sono ancora, perché sono ancora molto affezionato a tutte le squadre con cui ho giocato. Ho ricevuto tanto amore e ogni volta che ritorno a Madrid sento il calore della gente. E questo vale per Madrid e per la Spagna intera”.
Infine Seedorf torna indietro e conclude parlando del suo passato. Tra emozioni, momenti magici e grandi campioni con i quali ha giocato: “Thuram è stato il rivale più difficile da incontrare. E ‘stato tremendo per me giocare contro di lui. Era una pietra. Il migliore? Ho avuto la fortuna di giocare con Ronaldo, Luís Nazário. Il gol più speciale della carriera? Quello che ho segnato in un derby contro l’Atletico nel 1997. Dentro c’erano tante cose: era un derby, mia figlia era nata il giorno prima, giocavamo al Bernabeu, la prima partita dell’anno, da quaranta metri … Sì, è stato il più speciale”.

Redazione

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