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Seconde squadre in Serie C, Papagni (Fidelis Andria): “Vedo più contro che pro, sarebbe più urgente puntare su allenatori preparati”

L’introduzione delle seconde squadre
nella Serie C
del calcio italiano è l’argomento più caldo in questi
giorni, sta alimentando interrogativi e considerazioni di ogni tipo.
Non solo da parte dei grandi club, che potranno usufruire di
questa innovazione, ma anche da parte dei club della nostra terza
serie che fanno dei giovani la propria linfa vitale. A dire la sua sull’argomento – ai microfoni di Gianlucadimarzio.com – è Aldo Papagni,
l’allenatore che ha portato la Fidelis Andria alla salvezza con 25
punti nel solo girone di ritorno e una rosa resa più giovane dal
calciomercato invernale.

“Ci sono dei
pro e dei contro in questa proposta – ha dichiarato – anche se per le squadre che puntano sui
giovani come ha fatto la Fidelis Andria, forse gli aspetti negativi
alla lunga rischiano di superare quelli positivi. Ci saranno molti
meno giovani di settori giovanili pregiati
a disposizione per i club
di C. Ma per le società di Serie A, sicuramente, la possibilità di far
maturare in un campionato tosto come la C i propri talenti è
importante”.

Più di vent’anni in panchina, spesi perlopiù
nel calcio di terza serie, Papagni oggi difende l’importanza del calcio di Serie C nella formazione morale e
tecnica dei giovani: “Ho sentito le parole del presidente del Napoli De Laurentiis, che ha detto che in serie C si gioca a ‘calci
negli stinchi’: gli vorrei ricordare che uno dei suoi calciatori più
validi come Lorenzo Insigne ha fatto la gavetta nel Foggia e nella
Cavese
e oggi è uno dei giocatori italiani più forti”.

Pescare nei
propri vivai
, come abbiamo fatto noi quest’anno con Lorenzo Di
Cosmo, sarà l’unica via percorribile o quasi. A mio avviso si
dovrebbe puntare più sulla formazione degli allenatori, invece
continuiamo a lavorare con poca attenzione alla professionalità. La
tempistica di introduzione delle seconde squadre? Meglio partire
dalla stagione 2019/2020
, con un anno di studio elimineremmo tante
titubanze”, ha concluso Papagni.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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