Idolo e trascinatore. Grintoso, affamato, combattivo. Se il
Pescara sta affrontando la Serie A, non può che essere riconoscente a quel
Gianluca Lapadula da 30 reti in maglia biancazzurra. Lapa-gol. Biglietto da
visita che gli è valso un viaggio di sola andata verso Milanello. L’occasione
di una vita.
E chissà cosa passerà proprio nella testa di ‘Lapa’ questa
domenica, quando presente e passato si troveranno faccia a faccia in
Milan-Pescara. Una strana sensazione ritrovare da avversario quel presidente
Sebastiani che per convincerlo a scegliere il Pescara ai tempi gli consegnò
personalmente una maglia col 10 e col cognome ‘Lapadula’ stampato sopra. Strano a
volte, il destino.
“Vive la vigilia di questa partita come tutte le altre,
anche se forse ci sarà un pizzico di emozione in più visti i tanti amici che
rincontrerà”, ha dichiarato Gianluca Libertazzi, agente del giocatore ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Un’estate da protagonista assoluto del
mercato: tutte lo volevano ma il Milan “non si può rifiutare”. “Quanti giocatori
segnano tanto anche in Serie A ma non hanno mai avuto la possibilità di
arrivare al Milan?”. Domanda retorica. “Quando lo informammo dell’offerta rossonera, tra l’incredulità e lo stupore del momento affermò: “Se c’è il Milan io
voglio andare lì’”. E così fu.
Non ha trovato molto spazio finora, ma Lapa è un lottatore e pensa solo… a tornare Lapa-gol: “Il ragazzo è tranquillo, sa di giocare in un club con
tantissimi giocatori forti. Ha avuto poco spazio ma si è calato bene nella
realtà. Il gol arriverà, non è un’ossessione per lui”. Dopotutto il carattere
del giocatore parla da sé: “Personalmente ricorderò sempre il modo in cui
affrontò quei due mesi di difficoltà nella scorsa stagione a Pescara”, si
spiega meglio: “Con la carica e il carisma di sempre come nei momenti migliori.
Ciò alla lunga ha ripagato gli sforzi compiuti e sono sicuro che dimostrerà il
proprio valore”.
Con un solo obiettivo: tornare ad essere quell’attaccante
guerriero che fece innamorare di sé due paesi in due continenti diversi: Italia
e Perù. Peruviani talmente in estasi da sacrificare addirittura il proprio
posto di lavoro in nome di Gianluca Lapadula. Un solo nome: Silvio Valencia.
Chi? Giornalista peruviano licenziato dalla propria emittente radiofonica per aver difeso ‘Lapa’
troppo strenuamente dalle critiche di un collega. A chi non lo voleva in
Nazionale rispondeva senza se e senza ma “Respeta Lapadula”, tradotto “Rispetta
Lapadula”, fino a renderlo uno slogan e… Perfino il nome di un ristorante
locale! Storie da fútbol sudamericano. Anche se l’amarezza per la momentanea
disoccupazione venne presto spazzata via dall’invito di Lapadula stesso per il
proprio matrimonio. Avete capito bene. Perché Lapa è “un passionale per natura,
tutt’altro che fuori dagli schemi”, la conclusione di Libertazzi. Riconoscente, soprattutto.
Sperando di tornare quel trascinatore da 30 e lode ammirato ai tempi di
Pescara.
Il commento del capodelegazione della Nazionale in vista del playoff di marzo contro l'Irlanda del…
Le parole dell'allenatore dell'Inter Cristian Chivu dopo il derby contro il Milan, perso per 1-0…
Le parole dell'allenatore del Milan Massimiliano Allegri dopo il derby, vinto dai rossoneri con il…
Maignan salva il Milan sul rigore di Çalhanoğlu che non sbagliava dal dischetto dal novembre…
Le parole dell'allenatore della Lazio Maurizio Sarri dopo la partita contro il Lecce, vinta 2-0…
Le parole di Paolo Scaroni, presidente del Milan, prima dell'inizio del derby della Madonnina tra…