Prima l’offerta dell’Atletico Madrid, poi il rifiuto e la panchina. Ora, però, la certezza tra i pali del Cagliari: Simone Scuffet è tornato importante con i rossoblù. Il portiere italiano ha raccontato come ha vissuto questi momenti al Corriere della Sera
Scuffet è tornato a giocare con continuità: “L’esperienza ti aiuta a gestire le situazioni. Se affronti le cose nel modo giusto, lo fai molto meglio. Sono critico al punto giusto, esserlo troppo può diventare un freno. Ora, il ruolo sta cambiando molto, bisogna essere bravi ad adattarsi”.
La sua storia è famosa per il rifiuto all’Atletico Madrid: “La scuola non ha mai influito sulla mia carriera. L’ho finita perché era giusto. Presi 72/100 a quella maturità. È stata una scelta particolare, volevo continuare il mio percorso a Udine e il giudizio delle persone è stato condizionato dal fatto che sono stato in panchina. Mi piace isolarmi, ho il profilo bloccato così rispondo soltanto ai miei amici”.
Sul come è diventato portiere: “Avevo 5 o 6 anni e ho scelto la porta. Mio padre aveva giocato in seconda categoria e non mi ha mai voluto condizionare. Sono orgoglioso di non essere stato indirizzato nel mio percorso”.
Qualche rimpianto: “Ci sono stati momenti in cui speravo di trovare più continuità, di avere occasioni mai arrivate. C’è sempre la voglia di lavorare dentro di me. Ho sempre voluto dimostrare che, come a Udine, gli altri si sbagliavano. Ho fatto delle scelte che possono sembrare strane, come il Cluj o Cipro, ma mi hanno aiutato a ripartire da zero”.
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