Nel girone della Spagna di Gavi e Pedri e della Norvegia di Haaland e Odegaard, la prima in classifica è a sorpresa la Scozia. Con 12 gol segnati, appena 1 subito e 15 punti la squadra di Steve Clarke sta dominando il Gruppo A e se dovesse pareggiare la prossima partita si garantirebbe un posto a Euro2024 con ben due giornate di anticipo. Un sogno che dipenderà quindi dal risultato del match contro la Spagna, ma anche e soprattutto dal vero spirito scozzese che è l’arma segreta di questa squadra.
Circa 5 milioni di abitanti, tanta pioggia, molto freddo e il tradizionale kilt: la Scozia agli occhi dei più è questo e poco altro. Una Nazione che per forza di cose è stata messa in ombra dalla più grande e forte Inghilterra, ma che non ha mai smesso di lottare per i propri ideali.
Basti pensare che l’uomo più famoso di tutta la Scozia è William Wallace, condottiero che guidò alla lotta per la liberazione dall’oppressore inglese. Una figura così importante e carismatica da diventare il soggetto di canzoni, poesie e un film, Braveheart. Il titolo della pellicola con Mel Gibson è azzeccatissimo: cuore impavido, il riassunto perfetto della vita di Wallace ma anche dello spirito con cui scende in campo la nazionale scozzese.
Il 3-4-2-1 messo in campo da Steve Clarke è infatti un modulo estremamente difensivo e fisico, 11 giocatori pronti a fare battaglia per portare a casa la vittoria. Basti pensare che il miglior marcatore tra i convocati scozzesi è McTominay, mediano del Manchester United, mentre il miglior assistman è un altro centrocampista, McGinn dell’Aston Villa. Nessun attaccante, perchè per vincere serve altro oltre ai gol. Solidità e unità d’intenti, Wallace lo definirebbe “un intero esercito di miei compatrioti decisi a sfidare la tirannia”. La Spagna di De La Fuente forse non sarà come l’esercito inglese di Edoardo I, ma la citazione calza a pennello.
Quella tra Spagna e Scozia, infatti, non sarà soltanto una partita tra la seconda in classifica e la prima, ma anche una lotta di ideali. Il tiki-taka spagnolo contro la fisicità degli scozzesi. L’ultima volta il match è finito 2-0 per l’Esercito Tartan con doppietta di McTominay, nonostante un clamoroso 75% di possesso palla delle Furie Rosse.
A fine partite il centrocampista del Manchester City Rodri criticò in maniera molto dura il gioco della Scozia: “Tante perdite di tempo, provocazioni, sempre per terra. Per me non è calcio. È il loro modo di giocare, bisogna rispettarlo ma francamente fa un po’ schifo”. La cosa più divertente è che gli scozzesi lo sanno bene e ne vanno fieri, come sottolineato dallo stesso McGinn: “Perdita di tempo? Assolutamente sì. Nessuno avrebbe pensato di ottenere i tre punti, giocando a viso aperto contro la Spagna. Bisogna essere realisti: dovevamo trovare un modo per battere gli avversari e l’abbiamo fatto alla nostra maniera“.
Gioco duro, difesa compatta e tanta, tantissima grinta: contro la Spagna gli scozzersi scenderanno in campo per provare l’impresa, mantenere il primo posto e difendere una Nazione intera. E chissà, forse insieme a Robertson e compagni ci sarà anche lo spirito di William Wallace. Insieme, per la Scozia.
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