Ci voleva il derby, ci voleva la coreografia, ci volevano le scritte. “La nostra Lazio, la nostra vita”. E forse ci voleva anche Pedro, incisivi da Cobra intrisi di veleno, per far uscir fuori il ‘Sarrismo” dall’ombra. Sarri batte Mou e la Lazio vince il derby, che forse è un filo meglio di Sangiovannese-Montevarchi giocato anni fa, quando il “Maestro” era ancora “il banchiere”, quello che aveva detto basta con i turni da impiegato per dedicarsi al calcio h24. “Mi diedero del pazzo”. Ridevano, scherzavano, schernivano. Oggi zitti tutti, e 3-2 alla Roma.
Spartito già noto: Sarri inizia piano, a rilento, perché dicono che il suo calcio va assimilato, capito, e non è facile. È successo a Empoli, a Napoli, un po’ anche al Chelsea, meno alla Juve, ora alla Lazio, ma alla fine ne esce in palleggio come sempre. Il primo gol nasce così: azione “sarriana” di tocchettini e fraseggi stretti, Felipe che fa il Felipe e disegna un cross a matita. Milinkovic aggiunge i colori. E Pedro mette la firma con il più trito dei “gol dell’ex”. Scartato da Mourinho in estate, fuori rosa a Trigoria mentre gli altri si allenano, voluto da Sarri sull’esterno. Il perché lo spiegò anni fa a Gianfranco Zola, vice al Chelsea per un anno.
“Maurizio, posso?”. “Sì, dimmi”. “Chi schieriamo contro l’Arsenal?”. “Di sicuro Giroud e Pedro, il resto vedili tu”. “Come mai?”. “Non hanno mai sbagliato una finale”. E infatti segnano entrambi. Lo spagnolo punge anche oggi, destro all’angolino sotto la sua vecchia Sud – 6 reti in 40 partite l’anno scorso – ed esultanza vicino a Mou.
Cataldi lo strattona e urla qualcosa. Frasi in dialetto, “laziali” oltre il giusto, come gli sguardi. L’anno scorso l’ha visto segnare alla Lazio con la maglia della Roma. Prima di lui solo Selmosson e Kolarov. Gli occhi di Pedro si fanno piccoli, il viso si gonfia di rabbia e adrenalina. Sembra dire, “visto?”. Visto. Soprattutto da Mourinho, che prima di oggi aveva perso solo 19 derby su 119.
L’ultima cartolina la firma Felipe Anderson e se la porta pure a casa, su quel comodino lasciato impolverato per tre anni, perché l’ultima volte che il brasiliano aveva segnato in un derby la scena se la prese Totti. Doppietta sotto la Sud e selfie storico per il 2-2. Stavolta no, vince lui, ed è un altro successo di Sarri. “Ha un potenziale incredibile”.
Ripreso a zero milioni dopo averlo ceduto a 30 tre anni fa. Secondo gol in campionato e partita da 8 pieno, nonostante il rigore guadagnato da Zaniolo e trasformato da Veretout. Ci voleva Sarri. Ci voleva il derby. La sua Lazio, la sua vita. Dove festeggia, c’è scritto così.
L’imprenditore rumeno è il nuovo azionista di maggioranza dei rossoblù Oggi, mercoledì 18 dicembre 2024,…
Le possibili scelte di Simone Inzaghi per la sfida di Coppa Italia Dopo la larga…
Le parole dell'allenatore al termine della gara di Coppa Italia vinta contro la Sampdoria La…
In casa Juventus si ferma Timothy Weah: le condizioni del calciatore bianconero Continuano i problemi…
Il portiere del PSG esce dopo 22' a causa di uno scontro di gioco con…
Prima del match di Coppa Italia tra Roma e Sampdoria, Florent Ghisolfi ha parlato ai…