Gianluca Scamacca, attaccante Atalanta (IMAGO)
Il doppio infortunio, i momenti più difficili e il rientro nel mirino: Gianluca Scamacca si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.
Prima uno, poi l’altro. I momenti difficili del passato recente di Gianluca Scamacca, attaccante dell’Atalanta e della Nazionale Italiana, sono stati diversi.
A distanza di alcune settimane dal “nuovo” stop, poco dopo il rientro in campo, l’ex Sassuolo si è raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
Sulla difficoltà del momento dice: “Sì, perché non ero mai stato lontano dal campo così tanto. Ma è anche quello che mi ha messo davanti ad uno specchio, alla prova: forse ne avevo bisogno per scoprirmi dentro quel dieci per cento in più che non avevo prima, quando vivevo le difficoltà come tragedie. E invece bastavano solo un po’ di equilibrio e di calma in più”.
Continua dichiarando: “Sopravvissuti sono quelli che sono dentro un palazzo che crolla per un terremoto e non muoiono. Questa è una sfida che devo affrontare e se lo faccio riuscendo a trovarci un lato positivo, quando tornerò a stare bene avrò la certezza definitiva che un momento di down non è mai la fine. E apprezzerò ancora di più i momenti up”.
Scamacca è impermeabile? L’attaccante risponde così: “Nessuno lo è, ognuno ha le sue strategie per farsi scivolare addosso le cose. La mia è ripetermi che il meglio deve ancora venire, l’anno scorso me lo sono detto ogni giorno fino a Dublino. È focalizzarmi su me stesso, i miei obiettivi, il mio lavoro che mi darà ragione. Perché so già che mi darà ragione. Non è questione di coraggio: ho solo preso una buca. E faccio il lavoro più bello del mondo”.
Il momento più difficile? Scamacca: “Più di uno, già da agosto, perché tutto quello che l’Atalanta doveva giocare quest’anno lo sentivo mio me l’ero guadagnato: la Supercoppa europea, la Supercoppa italiana, la mia prima Champions che non vedevo e non vedo l’ora di giocare. Ma il peggiore è stato la sera della partita con il Real: quella che ho sofferto di più da guardare sul divano”.
Chi lo ha aiutato? Scamacca: “Mamma lo è sempre stata, mi ha accompagnato nel mio viaggio da quando ero piccolo: le devo tutto. Poi è arrivata Flaminia, una donna forte perché io non sono facile da gestire. Non potevo trovare compagna migliore da avere al mio fianco. E infatti la sposo, il 4 giugno“.
Cosa dice Scamacca ai suoi compagni? L’ex Sassuolo: “Portatemi in Champions: tutti i giorni. Potessi spingerli io…Ma sono molto fiducioso, lo sono sempre stato: gli alti e bassi li hanno tutti, li abbiamo avuti anche l’anno scorso e i nostri si vedono di più perché siamo una squadra che va sempre a duemila. Stanno giocando una grande stagione nonostante gli infortuni, le tante partite, e le difficoltà: sono convinto che mi accontenteranno”.
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