“Ho messo in pericolo la mia salute pur di difendere i colori dell’Atletico Madrid”. Lo rivela Saul Niguez, centrocampista dei Colchoneros, in un’intervista a So Foot e ripresa da As. Il prodotto del settore giovanile dei madrileni ha svelato il calvario che lo ha accompagnato negli ultimi anni, dopo lo scontro negli ottavi di finale della Champions League 2014/15. Atletico contro Bayer Leverkusen, in Germania. Saul, in un contrasto con Papadopulos ha la peggio: subisce un colpo alla schiena: un rene resta danneggiato. Nonostante i versamenti di sangue dopo ogni allenamento e dopo le partite, Saul non ha voluto farsi controllare. Sino a che la situazione non è totalmente degenerata. “Mi è stato detto che il mio rene era stato distrutto. Ricordo di aver visto mio padre piangere e l’ho rincuorato dicendogli che non sarebbe successo nulla. Gli ho detto che ero un toro, anche se ci sono stati momenti difficili in cui il rene non funzionava a dovere. Potevo fermarmi per un mese e operarmi, ma…”.
Ma intervenne Mono Burgos, vice di Simeone: “Burgos fu irremovibile. Mi disse che avevo 22 anni e dovevo usare la testa. Pensare al futuro, alla vita anche lontano dal calcio“. Così non si fece operare, nonostante Saul avesse ormai deciso per l’operazione. Due anni dopo, nel febbraio 2017, Saul segna alla Bay Arena contro il Leverkusen. La legge del destino.
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