Categories: Interviste e Storie

Il Sassuolo delle meraviglie raccontato dal suo interno. Le storie sono tante tra lampadine, fotografie e grandi talenti

 

 

La chiacchierata parte con una cartolina e scivola via tra sorrisi e ricordi.Demiral a San Siro che marca Piatek, dominante. Era appena arrivato dalla Turchia, lasciò tutti a bocca aperta”. Primo flash. Parola di Massimo Carcarino, ex match analist del Sassuolo. Insomma uno che ne ha visti tanti e di cui quindi  cui c’è da fidarsi. “Da Frattesi a Scamacca e Boga, di storie da raccontare ce ne sono quante ne vuoi”. Il viaggio nel mondo di Massimo e del Sassuolo può partire. 

 

 

Reggio Emilia è però il punto di arrivo. In verità, riavvolgendo il nastro e andando ai primi scatti del rullino, le foto ci mostrano una realtà del tutto differente. Massimo è un ragazzo che gioca a calcio e sogna, ma un problema di salute lo costringe a tornare sulla terra. Qui cambia la visione del ruolo che il pallone avrebbe avuto nella sua vita. Già, perché quando sei fermo il mondo gira più veloce ma ti permette di guardarlo meglio, meno dall’interno. “Non posso giocare a calcio? E allora inizio a studiarlo”. Con l’analisi dello sport come stella polare e riferimento. “Ho iniziato dalla Scuola calcio Atletico Portici, in provincia di Napoli. Poi ho girato tanto. Continuavo a guardare le partite, analizzarle e fare delle relazioni video. La perseveranza, i social e un po’ di fortuna mi hanno aiutato. Ha un’altra voce quando lo racconta, tra emozioni e ricordi cambia il tono. “Studiavo le partite del Foggia di De Zerbi. Era un modo di intendere il calcio molto vicino al mio. Facevo le relazioni dopo ogni partita e tramite una persona ci siamo conosciuti”. Poi un giorno arriva una telefonata: ‘Verresti con me a Benevento?’. “Si, certo mister!”. Senza esitazione. Massimo è salito sul treno, il viaggio può cominciare davvero.  

 

Dall’estro di Boga ai veterani, Sassuolo quante sorprese

 

Arrivare a Sassuolo è come entrare nei paese dei balocchi. Estro al potere. Massimo ne ha visti passare parecchi. “Uno che secondo me ha una qualità immensa è Boga. È uno tutto dribbling e fantasia, un creativo. Io lo chiamavo lampadina, perché quando si accendeva era imprendibile. Purtroppo era un po’ discontinuo, ma proprio di indole. Un po’ come Traorè. Lui è un altro completo, tecnico, uno che ha tutto. Deve però crescere sotto l’aspetto mentale”. Ma di esempi così ce ne sarebbero a bizzeffe, in ogni ruolo. “Da Locatelli a Sensi, giocatori di una qualità infinita. Manuel aveva già la mentalità da grande, Stefano è stato a lungo frenato dagli infortuni”. Poi c’è da fare una differenza, tra quelli che hanno un talento che ti ruba l’occhio e quelli che invece ti stupiscono. Sorprese, quelle che non ti aspetti e ti lasciano a bocca aperta. “Ho avuto una sensazione così con i veterani del gruppo. Da Consigli a Peluso, ragazzi che avevano alle spalle grandi carriere ma che si sono messi a disposizione con un’umiltà e un desiderio di migliorare indescrivibili. Anche lo stesso Matri, che è stato con noi un solo anno, ha mostrato una voglia di mettersi in gioco che non ti aspetti da un ragazzo a fine carriera. Con tanti poi ci sentiamo ancora, mi viene in mente capitan Magnanelli ma te ne potrei dire ben più di uno”.  

 

 

Massimo è rimasto a Sassuolo anche quest’anno, nonostante l’addio di De Zerbi direzione Shakhtar. “Lavorare all’estero mi sarebbe piaciuto, ma ho un figlio piccolo e ho scelto di restare qui. Con Roberto ho passato anni bellissimi in cui ho dato e ricevuto tanto”. Resta quindi anche se le cose che cambiano sono parecchie. “Dionisi e De Zerbi sono due pianeti opposti. Ognuno ha le sue idee e la sua filosofia ma credimi è stato tutto il contrario di tutto. Ma non in negativo, assolutamente. È solo diverso. Dal modo di preparare le partite alla gestione del gruppo”.  

“Frattesi e Scamacca le due più grandi sorprese di quest’anno”

 

Ha continuato a vedere talenti, studiare, analizzare ogni dettaglio. Anche perché il successo si basa su quello, sulla cura del particolare. “Le più grandi sorprese di quest’anno sono state Frattesi e Scamacca. In realtà più il primo del secondo, perché Gianluca un po’ lo conoscevamo già. Davide ha avuto una crescita impressionante, non ha mai perso il sorriso e la spensieratezza che aveva il primo giorno di ritiro in cui l’ho incrociato. Scamacca invece è arrivato quest’anno con un’altra testa. Determinato, maturo. In una parola, uomo. Si vede che la gavetta gli ha fatto bene. Su di lui ti dico questa… quando calcia ha una forza incredibile. In vita mia ho visto Malinovskyi tirare con una potenza maggiore. Il loro punto in più è quello di essere persone vere fuori dal campo, come lo sono un po’ tutti a Sassuolo. Davide e Gianluca poi sono amicissimi, ti fanno sempre la battuta, hanno sempre voglia di scherzare. Qualunque scelta facciano per il futuro non dovranno mai perdere questo modo di essere”. 

 

 

I racconti di Massimo scorrono via tra sorrisi e aneddoti. Come se ogni discorso fosse immortalato in una foto che si estrae dall’album dei ricordi. Lui te lo descrive così. Nel dettaglio, puntuale e preciso. Ma d’altronde, la cura del particolare fa parte del suo lavoro. Una figura come lui farà sicuramente comodo a molti. “Vorrei trovare un progetto in cui rispecchiarmi, magari un allenatore che abbia le mie stesse idee. Poi il sogno sarebbe quello di diventare primo allenatore un giorno”. Ma ci sarà tempo. I sogni sono fatti per essere realizzati e lui lo sa. La sua storia ce lo insegna. Nell’album c’è ancora spazio per tante foto. 

Lorenzo Cascini

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