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Sarri: “Senza calcio non so stare. Nazionale? Non è il momento”

Ancora senza una panchina, Maurizio Sarri è alla ricerca di una nuova avventura dopo l’ultima con la Lazio, terminata prima del previsto. Nel corso di un’intervista con il Corriere della Sera, l’allenatore campano ha parlato di alcuni dei momenti salienti della sua carriera, ma anche di un eventuale futuro con una nazionale.

Nessuna chiamata dall’Italia, con qualche rammarico

Maurizio Sarri ammette che il calcio, in questo momento, è la sua vita: Senza proprio non ci so stare, quando senti l’energia, la voglia di stare in campo non puoi evitarlo. Dopo che ho lasciato la Lazio, all’inizio, ho staccato per dedicarmi alla mia famiglia. Ora, però, mi manca”. Non sono arrivate chiamate dalla Serie A“Mi dispiace molto, c’erano panchine libere che potevano fare al caso mio. Sono i presidenti a decidere, ma una chiacchierata avrei potuto farla“.

L’allenatore cerca di darsi una spiegazione: “Magari si punta sui giovani, che è una cosa giusta. L’esperienza, però, resta un punto in più. L’esempio lampante è vedere chi ha vinto le competizioni Europee: 63, 66 e 65 anni. Poi, ovviamente, se nessuno mi ha chiamato ho sbagliato qualcosa anche io”. Per le lamentele? Sarri risponde: “Ribadisco ancora che i calendari affollati e campi non all’altezza non aiutano. Anche Guardiola e Klopp lo dicono, ma se sono io a lamentarsi si tira su un finimondo“.

L’ex Napoli ha risposto al famigerato scudetto “perso in albergo”: “Si può ridere finché si vuole, ma è andata così. È stato un errore clamoroso, ammesso da uno degli arbitri migliori, che è Orsato. Ero molto arrabbiato, ma dovevo tirar su il morale ai ragazzi, che erano molto giù. Troppo tardi: perdemmo con la Fiorentina e lo scudetto andò alla Juve”.

Lo scudetto con la Juventus e qualche rimpianto

Il trofeo tanto ambito arriva con la Juventus: “Fu un percorso di sofferenza, che ha portato anche ad alcune discussioni in famiglia. Da tifoso del Napoli ho fatto molta fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea”. Sarri ammette: È l’errore più grande della mia carriera. Abbiamo vinto l’Europa League e c’erano i presupposti per restare, ma volevo tornare in Italia”

Sulla sua avventura a Napoli, invece: “Le storie più belle del calcio sono quelle in cui non si ha vinto. Con De Laurentiis è stato difficile rapportarsi, ma lo ringrazierò per avermi fatto allenare la squadra che tifavo da bambino. Conte? Il Napoli dovrà fare un percorso, la fortuna è che Conte è molto veloce a trasmettere il suo stile. Non li vedo fuori dalle prime 3″.

Sarri ha anche parlato della Nazionale: “Spalletti è un grande allenatore, però ha poco tempo. Si dice che la Nazionale sia il futuro del calcio, ma si sta insieme troppo poco per diventare forti. Allenarne una? Fino a quando sentirò l’energia per stare in campo tutti i giorni continuerò con i club“.

Redazione

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