Il centrocampista del Cesena Dario Saric/IMAGO
La nuova “vita” di Saric a Cesena: terzo gol dal suo arrivo, anche oggi decisivo contro il suo passato.
Quasi per uno scherzo del destino. Il terzo gol di Saric con la maglia del Cesena ha un sapore dolceamaro. E non porta con se urla di gioia, ma compostezza. La rete contro il Palermo, decisiva per i tre punti, ha dato vita ad un miscuglio di emozioni.
Un cocktail tutto da assaporare, perché dietro ci sono i graffi della rinascita. Da Palermo a Cesena, due città passionali che sono per Saric anche e soprattutto scambio di emozioni. Dal broncio, al sorriso: la sequenza corretta del suo stato d’animo. Dall’unica partita da titolare giocata coi rosanero nella prima metà di stagione, alle 10 apparizioni dal primo minuto in Romagna.
E’ davvero cambiato tutto. Dallo zero sulla casella gol segnati col Palermo, ai tre realizzati nella sua nuova linfa a Cesena: contro Reggiana, Frosinone e…Palermo. Sì, proprio la squadra che nell’estate del 2022 lo aveva voluto così tanto, tanto da innescare un tira e molla infinito con l’Ascoli per assicurarsi le sue prestazioni.
Una trattativa lunga e, nel mezzo, proprio il match contro il Palermo al Renzo Barbera nel pieno dei dialoghi tra i due club. Il bosniaco restò in panchina per 90 minuti. Qualche settimana dopo , la firma coi rosanero. Una pagina della sua carriera tuttavia più nera, che rosa. E un amore mai definitivamente sbocciato.
“Romagna mia”. Chissà quante volte la celebre canzone di Casadei ha risuonato forte nella testa di Dario Saric, rinato a Cesena con Mignani. Bosniaco di origini ma nato a Ferrara “per una fuga”. Quella della sua famiglia, dalla guerra dei Balcani. Da lì iniziò per lui un’altra partita: la cura del padre, ferito di guerra. “Sono arrivato in Italia in seguito alla guerra nella ex Jugoslavia. Mio padre è stato ferito e la mia famiglia è stata tutta portata in Italia per essere curata e salvata”, le sue parole ai canali ufficiali dell’Ascoli, nel 2020. Segnato da una cicatrice così profonda, la parola sconfitta non trova spazio nel suo vocabolario. Così il 27enne si è rialzato, ancora una volta, dopo alcune stagioni non all’altezza con la maglia rosanero.
Solo 40 presenze e 1 assist in Sicilia. Una stagione e mezza, in totale. Lo scorso anno il prestito ai turchi dell’Antalyaspor e il ritorno a Palermo già col passo d’addio. Resta, ma la testa è altrove: solo 8 presenze di cui una da titolare. Dionisi lo schiera dall’inizio solo alla seconda giornata contro il Pisa, un fallimento individuale e di squadra (il match terminò 2-0). Il 31 gennaio del 2025 firma per il Cesena, una seconda casa. Ma soprattutto il luogo della rinascita: punto fermo del centrocampo di Mignani, uomo insostituibile. Oggi, contro il Palermo, si è preso la sua personale rivincita pur non esultando e chiedendo addirittura scusa ai suoi ex tifosi. Lo ha voluto lui, e forse anche un po’ il destino che accompagna sempre questo sport. Il suo tiro, è stato infatti deviato da Magnani prima di infilarsi in porta con Audero messo fuori causa. Era scritto, forse.
“A Palermo il culmine di una carriera sempre in crescendo”, così si era presentato al popolo rosanero. A volte, però, le cose non vanno sempre per il verso giusto. Saric non esplode e porta con se il peso di un cartellino pesante (1,80 milioni di euro, dati transfermarkt). Così un passo indietro, per farne due in avanti: prima l’Antalyaspor in Turchia, dove ritrova minutaggio, poi il ritorno nella sua amata Italia e la scelta di Cesena. Appoggiato sempre dalla sua famiglia: “Coi miei genitori ho un rapporto strettissimo, insieme a mio fratello sono i miei primi tifosi”. L’idolo più grande? Lebron James, icona di quell’NBA di Basket di cui Dario è un grande appassionato.
Il Saric calciatore è tutto tecnica e muscoli, fuori c’è un cuore tenero e un ragazzo semplice che ama andare in bici e odia l’automobile, che cucina piatti italiani ma anche bosniaci. Perché le origini non si dimenticano. Un Saric che sta ritrovando se stesso, come dopo una passeggiata in solitaria. Il suo gol, è un tuffo del Cesena verso il sogno playoff da neopromossa. Verso la Serie A, chiamiamola col suo nome. “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”, scriveva Calvino in “Città invisibili”. Saric ha la sua.
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