Interviste e Storie

La rovesciata di Sanabria e… festa nazionale: alla scoperta del Paraguay qualificato ai Mondiali 2026

Sanabria, Cremonese (imago)

Sanabria, Almiron e non solo. Dal Sudafrica 2010 al Mondiale 2026: alla scoperta del Paraguay di Gustavo Alfaro 

Il percorso è delineato. Dopo 16 anni di assenza dall’ultima partecipazione (Sudafrica 2010 con la storica cavalcata fino ai quarti di finale, ndr), il Paraguay torna protagonista di un Mondiale.

L’Albirroja, infatti, ha conquistato la qualificazione grazie allo 0-0 casalingo contro l’Ecuador, il 4 settembre 2025. Una notte storica per Asunción e per l’intero Paese, celebrata dal presidente Santiago Peña che ha addirittura proclamato una vera e propria festa nazionale per l’occasione.

Entusiasmo, fiducia e una nuova generazione di talenti che promette di riportare il Paraguay al centro dell’attenzione. Così la Selección di Gustavo Alfaro si dirige con prepotenza verso Stati Uniti, Messico e Canada nuovamente sotto i riflettori.

Antonio Sanabria, Miguel Almiron, Diego Gomez e non solo. La nuova Albirroja fa sul serio. Esperienza e gioventù. Pragmatismo e talento. Con un obiettivo: stupire tutti al ritorno sul grande palco.

Gustavo Alfaro, il condottiero argentino

Il Paraguay ha ritrovato la strada del Mondiale grazie alla mano esperta di Gustavo Alfaro. Ct argentino, arrivato ad agosto 2024, capace di ridare compattezza a una nazionale che negli anni sembrava aver smarrito la sua identità. Ex allenatore di Boca Juniors, Ecuador e Costa Rica tra le altre, Alfaro ha saputo plasmare un gruppo solido, capace di soffrire e colpire nei momenti giusti.

Il bilancio dal momento del suo arrivo in panchina rasenta l’eccellenza. Una sola sconfitta nelle qualificazioni, rimediata in trasferta contro il Brasile per 0-1 a giugno 2025, con gol di Vinícius Júnior. Per il resto, un cammino che conta vittorie di prestigio (2-1 all’Argentina, 2-0 all’Uruguay) e pareggi fondamentali. Un’impronta che esalta lo spirito sudamericano: difesa attenta, spirito combattivo, collettivo sopra il singolo.

Sanabria e Almiron: il Paraguay nel calcio che conta

Nel 4-2-3-1 disegnato da Gustavo Alfaro, il cuore dell’attacco porta un nome che in Italia conosciamo bene: Antonio Sanabria. Una storia di talento mai scontato, di alti e bassi, ma anche di resilienza. A Torino ha trovato la sua dimensione, adesso cerca conferme alla Cremonese, ma con la maglia dell’Albirroja ha sempre qualcosa in più negli occhi. Una voglia matta di rappresentare la sua gente. Era stato lui, con una rovesciata da manuale contro l’Argentina, a riaccendere il sogno mondiale di un Paese intero.

Sanabria e Almiron, Paraguay

Senza dimenticare Miguel Almirón, metronomo dell’Atlanta United ed ex Newcastle. Il simbolo di chi non si arrende mai, esatta incarnazione di quella garra tanto chiacchierata sui social media. Passando per Diego Gómez, trequartista 2003 del Brighton esploso con Messi all’Inter Miami. Giovanissimo, elegante, con la visione di gioco di un veterano. In patria lo chiamano “il nuovo faro” e rappresenta la nuova generazione di talenti del Paraguay.

Senza poi dimenticare Mathías Villasanti, cervello del Gremio a centrocampo, oppure la sicurezza di Omar Alderete in difesa. È questa l’anima dell’Albirroja: un gruppo che mescola esperienza e gioventù, romanticismo e pragmatismo, pronto a scrivere un nuovo capitolo della propria storia mondiale.

Un cammino lungo e di certo non facile. Il coronamento di un sogno che può diventare qualcosa di ancora più grande. Il Paraguay torna a vivere l’entusiasmo del grande calcio e a prepararsi per una nuova avventura che unirà sport e identità nazionale. La dimostrazione è, semplicemente, nel già citato annuncio della proclamazione di un giorno di festa nazionale da parte del presidente Santiago Peña. L’Albirroja c’è, e fa sul serio come non mai.

Simone Bianchi

Classe 2002, nato nel Varesotto. Cresciuto tra un record del mondo di Michael Phelps e un tackle difensivo di Vidić. Qualche soddisfazione tolta nel nuoto, meno nel calcio. Per riassumerla in breve, come dice Ligabue: “Nato senza i piedi buoni”. Ora inseguo quel sogno, diventato obiettivo, di raccontare lo sport a tutto tondo, per trasmettere quelle emozioni che mi hanno cresciuto fin da bambino.

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