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San Siro, Bucchi, il motorino e le Harley: si ritira Christian Abbiati, il panettiere dalle mani d’oro

Quelle mani lì le usava per fare il pane. Ed era anche bravo, Christian, ad impastare e infornare. Mani d’oro, Abbio. Alla mattina presto e anche alla sera, quando i guanti da panettiere erano già stati posati, per far posto a quelli da portiere. Guanti diversi, risultato che non cambiava: le mani restavano d’oro.

Da Abbiategrasso a Monza, ci si spostava in motorino (per le Harley ci sarà tempo), magari qualche volta passava anche da Milano. San Siro, dopotutto, era bello anche da fuori. Figuriamoci da dentro. L’età d’altronde era quella dei “ciao” e degli scooter, perchè a scuola Christian non poteva più andare. Servivano i soldi, l’amico proprietario di una panetteria gli offriva l’opportunità di guadagnarne un po’ e lui lo faceva. Senza considerarlo un peso, anzi, perchè ad usare le mani, comunque, lui si divertiva. Divertimento che diventa, definitivamente, lavoro: non più in panetteria, ma a San Siro. Quel, San Siro. A 21 anni, c’è il Milan.

Lo prendono come terzo portiere, nella stagione ’98-’99: il titolare è dapprima Jens Lehmann, che gioca 5 partite e poi viene ceduto a gennaio al Borussia Dortmund; poi è Seba Rossi, mica uno sconosciuto o uno scarso. Ma Abbiati sa che in ogni momento sarebbe potuto toccare a lui, e infatti il 17 gennaio 1999, Rossi viene espulso contro il Perugia a San Siro. Entra il ragazzo col 12 sulle spalle, che la A l’aveva vista da lontano, come quando col motorino passava proprio davanti a quello stadio così imponente e così bello. Ora in campo c’era lui.

Dal Perugia a Perugia, un girone dopo, Abbiati salva lo scudetto su Bucchi, regalando il titolo a Zaccheroni e al Milan. Da lì in poi è un’altalena la carriera di Christian: prima bene, poi meno, poi benissimo. Arrivano meno presenze (e Dida) ma grandi parate (Kallon ne sa qualcosa), poi i tre prestiti a Juventus, Torino e Atletico Madrid; poi di nuovo Milan, di nuovo titolare, ma gli infortuni sono dietro l’angolo. Il posto da titolare, in un modo o nell’altro, lo trova sempre. L’anno scorso undici volte, quest’anno appena una presenza da subentrato, con grandi parate, contro il Chievo.

Al posto di un ragazzino, quel Donnarumma che tanto piace ad Abbiati nonstante siano tanto diversi. A diciassette anni Gigio è già titolare nel Milan, a quell’età Christian girava in motorino e infornava panini. In comune hanno le mani d’oro. Quelle di Abbio, però, non pareranno più: Abbiati si ritira, basta calcio. A 39 anni, ora penserà ad altro. Alle moto, sua grande passione, soprattutto le Harley-Davidson. Per ritornare di nuovo ragazzino, con uno scooter al posto di un’Harley, e San Siro a fare di nuovo da sfondo alla storia di quel panettiere dalle mani d’oro.

Edoardo Marcarini

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