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Crotone, alla scoperta di Samuele Mulattieri: l’Olanda, il pianoforte e i mundialito con Zaniolo

Tra Simy e Crotone è stata una bellissima storia d’amore, lunga cinque anni. Ora che non c’è più lui a comandare lì davanti, le chiavi dell’attacco sono state affidate a Samuele Mulattieri, attaccante classe 2000 di proprietà dell’Inter. Arriva dall’Olanda e riparte dalla B, proprio come fece Gianluca Scamacca, dal PSV all’Ascoli. Samuele, però, non ama stare al centro dell’attenzione. È un ragazzo tranquillo, suona il piano e si è subito presentato bene con cinque gol in quattro partite, tra cui due doppiette contro Como e Brescia.

“Giocava con Zaniolo a mundialito”

La sua storia comincia a poco più di 1000 chilometri di distanza da Crotone, ad Arcola, un piccolo paese in provincia di La Spezia dove papà Riccardo possiede un negozio di macchine agricole e giardinaggio: “A 7 anni ha cominciato a giocare nella Sarzanese, in un comune poco distante da dove abitiamo – racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com – A quell’età ha giocato anche tantissimi mundialito in un gruppo in cui c’era Nicolò Zaniolo, cresciuto anche lui nella provincia ligure. A volte giocava fino alle 2 di notte e dovevo andare a prenderlo per metterlo a dormire”.

Quando ha iniziato sul campo a 11, nell’annata degli esordienti, in 18 partite aveva fatto quasi 50 gol in campionato”. Numeri importanti, che hanno convinto lo Spezia a portarlo nelle giovanili tra la quinta elementare e la prima media. I genitori, appena arrivata la chiamata non hanno esitato. D’altronde “giocare nel club della proprio città è il sogno di ogni spezzino”. 

La passione per l’Inter

Ma Riccardo si sarebbe mai aspettato un figlio calciatore?: “A dir la verità no…Anzi sì. Mio cognato giocava nel Viareggio in C2 e suo zio è arrivato fino in D e nella Serie B di calcio a 5. Anche suo fratello minore, Nicola, sta percorrendo lo stesso percorso: ha quattro anni di meno e gioca davanti alla difesa, ma come lui ha giocato nella Sarzanese e ora è nella Primavera dello Spezia”. Calcio nel DNA, quindi, ma non solo: dalla famiglia ha ereditato anche la passione per l’Inter: “L’ho portato in trasferta a San Siro in pullmann ai tempi di Mancini. Era rimasto affascinato dallo stadio pieno. Al Meazza ha anche giocato un piccolo torneo tra ragazzini di Inter, Milan, Juve, Fiorentina e anche Spezia. Fece gol proprio alla sua squadra del cuore e non esultò”.

Con lo Spezia esordisce e firma la sua prima rete tra i professionisti e nell’estate dello stesso anno, il 2018, viene chiamato proprio dall’Inter. A papà Riccardo non sembrava vero. Si aggrega alla Primavera e, dopo una prima stagione di adattamento, diventa capocannoniere nel 2019/20 con 15 reti in 20 partite. 

Capitolo Olanda: unire l’utile al dilettevole

Poi una scelta inaspettata. Non convinto dalle proposte di Serie B, la tappa successiva della sua carriera è l’Olanda, dove si trasferisce per giocare al Volendam, squadra di seconda serie allenata da Win Jonk, ex giocatore interista: “Ha deciso di cambiare vita ed è stata una scelta molto produttiva. Oltre a far tanti gol, ora parla benissimo l’inglese e ha imparato a vivere da solo. Quando era via lo chiamavamo in Facetime la sera e lo prendevamo in giro mentre cercava di farsi da mangiare per farlo svagare un po’. C’era il lockdown completo là, quindi non poteva nemmeno andare al ristorante”. Nei Paesi Bassi ha studiato anche pianoforte, passione condivisa con Stefan De Vrij, con cui durante l’ultimo ritiro estivo ha anche suonato qualche volta. 

Oggi, però, nella sua testa c’è solo il Crotone che, come il Volendam, l’ha voluto a tutti i costi, sovrastando la concorrenza per poterlo inserire al meglio nella formazione del nuovo allenatore Francesco Modesto. Samuele ha già segnato sei reti (una in Coppa Italia e cinque in campionato) e ora, giorno dopo giorno, cercherà di continuare a migliorare per mettersi al servizio della squadra per puntare alla Serie A, e non solo: il sogno Nazionale è sempre accesso. Tre presenze tra Under 18 e 19 e, dopo aver visto l’Italia Campione d’Europa quest’estate, la chiamata in Under 21 con l’esordio contro il Montenegro.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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