Attimi che decidono una partita, scelte che ne condizionano l’esito. Questione di tempismo e sicurezza, elementi essenziali per un buon intervento da parte di un portiere. Emiliano Viviano lo sa bene e anche su questo basa la scelta delle sue parate più belle: “Sto facendo benino ma pure prima – ha dichiarato ai microfoni del SecoloXIX -, da Bologna a Firenze, non avevo fatto proprio malaccio (sorride). Le parate più belle? Quella due turni fa col Chievo, su Birsa, è stata la più bella a livello estetico: in controtempo e c’è voluta forza per tirare fuori la palla. Anche nella mia Firenze non me la sono cavata male su quel tiro da fuori teso di Ilicic, ci sono volato perfetto. La terza sempre col Chievo all’andata, allo scadere, su Paloschi. Lì poteva essere il 2-1 e ho murato bene.
Errori? Evidente quello su Niang a San Siro contro il Milan anche se ormai la partita era compromessa. Quello più doloroso per le conseguenze è stato il pari all’ultimo secondo di Belotti contro il Torino al Ferraris. Invece proprio come errore che sento mio, personale, dico il gol di Pogba sempre al Ferraris: lui ha ciccato il tiro ma io l’ho valutato male, pensavo uscisse e sono partito tardi. Su una palla così dovevo andare anche se pensavo fosse fuori, era un gol evitabile.
Nazionale? Ogni giocatore italiano di un certo livello deve sempre aspirare ad andarci. Sono convinto che Viviano se lo meriterebbe come Sirigu o che so, come Sportiello o Consigli. Però c’è un ct che deve scegliere ed è giusto che scelga. Voglio dire che non è sempre un’equazione matematica che tu fai bene e allora vai in Nazionale.
Con Zenga ho avuto per la prima volta un portiere che mi allenava ed è stato bello perché il nostro ruolo è un mondo a parte. Ci capivamo al volo, è stata un’esperienza bella e mi è piaciuta molto la persona, non solo l’allenatore. Montella? Beh, carattere diverso ma stesso feeling. Secondo lui a Firenze pativo la pressione di giocare a casa mia… Ritrovarsi è stato simpatico, lui ha una maniera di fare calcio diversa, usa tanto il portiere anche con i piedi, conoscerlo mi ha favorito”.
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