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Applausi a coprire i pensieri, occhi curiosi a tradire l’emozione: la prima di Ranieri

Subito uno sguardo alla Sud, poi i primi passi in quella che da pochi giorni è diventata la sua nuova casa. Gli applausi dei tifosi a coprire il rumore dei pensieri, partiti già all’annuncio del suo nome da parte dello speaker di Marassi: la prima di Claudio Ranieri sulla panchina della Sampdoria é cominciata così, occhi curiosi a tradire l’emozione delle prime volte.

Nonostante le candeline sulla torta – proprio oggi – siano sessantotto, trentatré dei quali passati (da allenatore) su un campo di pallone: “Alle fine si vive di emozioni”, e le prime sono sempre speciali. Se poi sono contro la ‘tua’ squadra del cuore, quella dalla quale scarpini ai piedi sei partito ragazzino.

“Incontrare la Roma fa sempre un certo effetto, ma ormai sono passati tanti anni da quando l’ho lasciata la prima volta” da giocatore, due quelle da allenatore. Passato, che ritorna. Il presente, però, si chiama Sampdoria. Che ha scelto Sir Claudio, quello della Favola Leicester e non solo, per scrivere una pagina tutta nuova, dopo il brutto avvio e l’ultimo posto in classifica con Di Francesco in panchina, della storia blucerchiata. Dal 2010 inevitabilmente intrecciata con quella di Ranieri, con lo scudetto – quello del triplete nerazzurro di Mourinho – soltanto accarezzato, a causa anche della doppietta Samp dell’Olimpico firmata da Giampaolo Pazzini.

“Quello scudetto la Sampdoria non me lo può più ridare: – le parole di Claudio pochi giorni fa a Bogliasco nel giorno della presentazione – facemmo 11 vittorie consecutive, c’erano le probabilità di trovare un pareggio o una sconfitta. Tutti ricordano quella gara, ma presi la squadra a zero punti e contro il Livorno neopromosso ne facemmo solo uno”.

Ricordi, che lasciano spazio ad un presente a tinte blucerchiate fatto di nuovo di campo e pallone, dopo il terzo addio alla Roma e l’estate da spettatore in attesa dell’avventura giusta. “Perché siamo persone normali, ma stiamo bene solo quando alleniamo”: martedì il primo al Mugnaini di Bogliasco, oggi la prima al Ferraris.

Qualche minuto in silenzio ad osservare la sua nuova squadra, poi subito le prime indicazioni ai suoi ragazzi. “Non abbassatevi troppo”. Chi, invece, troppo spesso ‘avanza‘ fuori dall’area tecnica è Ranieri, quasi a voler entrare in campo per guidare uno ad uno i suoi nuovi giocatori: consigli ad ogni interruzione del gioco, come nel caso dell’infortunio di Quagliarella colpito al volto da Mancini. Rigoni richiamato vicino alla panchina, indicazioni su come sfruttare la sua velocità e tagliare verso il centro per far male alla Roma.

Chi, invece, non è sembrato avere bisogno di troppi suggerimenti è stato l’altro ex di giornata Andrea Bertolacci, a sorpresa in campo dal primo minuto nel match a lungo a rischio per l’allerta meteo su Genova: sul prato di Marassi più di un anno fa l’ultima in A del centrocampista arrivato al Doria pochi giorni prima di Ranieri, Genoa-Torino del 20 maggio 2018. 73’ chiusi tra crampi e applausi di tutto lo stadio. “Non sarebbe dovuto partire dall’inizio, Ekdal però era tornato stanco dalla Nazionale e Andrea in allenamento era quello più voglioso e assatanato, così ho deciso di farlo giocare fino a quando ne avrebbe avuto”.

Fino a quando sarebbe riuscito a dare tutto, quello che Ranieri aveva chiesto alla sua squadra dal giorno del suo arrivo per uscire da questo momento delicato. “Potevamo vincere, ci siamo andati vicino ma sono soddisfatto: da recriminare non ho nulla, la squadra ha dato tutto e siamo partiti con il piede giusto“.

Quel piede giusto che tradotto significa classifica mossa di un punto, dopo i tre stop consecutivi con Fiorentina, Inter e Verona. Zero gol subiti, l’unica volta era stato nell’unico successo della stagione contro il Torino alla quarta giornata, sedici quelli incassati nelle restanti sei gare giocate. E Roma, quella che per sempre resterà anche la ‘sua’, fermata a Marassi: “Abbiamo concesso pochissime occasioni ad una delle squadre che fino a questo momento aveva tirato di più”. Non c’è più tempo, finisce zero a zero: primo punto dell’era Ranieri, fino all’ultimo secondo possibile a godersi l’atmosfera di Marassi e a prendersi gli applausi dei suoi nuovi tifosi.

Buona la prima, regalo speciale per il 68esimo compleanno: occhi curiosi (e lucidi) da bambino, a tradire l’emozione delle prime volte. Quella di Sir Claudio sulla panchina della Sampdoria, una nuova favola tutta da scrivere.

LEGGI ANCHE: RANIERI, LE DICHIARAZIONI POST SAMPDORIA-ROMA

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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