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Samp, Ranieri: “Il segreto é metterci il cuore. Motta il mio allenatore in campo”

Countdown quasi terminato, luci pronte ad accendersi. Mancano due giorni alla sfida di Marassi, ma in casa Sampdoria è già tempo di parole: sabato sera al Ferraris di Genova, riflettori tutti puntati sul Derby della Lanterna, il numero centodiciannove tra rossoblù e blucerchiati. Il primo di Claudio Ranieri a Genova, lui che in Italia li ha giocato tutti. Allenatore blucerchiato che, a poco più di quarantott’ore dal match, dal Mugnaini di Bogliasco ha introdotto così la gara di sabato sera: “La squadra ci arriva dopo tre sconfitte, peggio non si potrebbe: non piangiamoci addosso, sappiamo che il derby è molto sentito da tutti e cercheremo di fare la nostra partita contro un Genoa che ha già sposato la filosofia del suo allenatore. Cercheremo di essere attenti e pratici”.

DERBY STORIA A SÈ

“Sampdoria che arriva dopo i sei derby con risultato positivo? Ogni partita è storia a sé, figuriamoci i derby: azzerano tutto, mi aspetto una partita gagliarda, difficile e che vinca il migliore”. Su come la squadra arriva all’appuntamento. “Ramirez e De Paoli? Stanno bene, c’è chi non è al 100% ma stanno tutti bene. Il segreto da mettere in campo sabato? Il cuore. È la componente che ti fa fare qualcosa in più: il derby si carica da solo, l’allenatore deve essere un buon equilibratore, accendere quando serve e stemperare gli animi se è il caso”.

MOTTA ALLENATORE GIÀ IN CAMPO

“Segue la filosofia di quando era giocatore, il Genoa è una squadra molto attenta proprio nel possesso palla, per poi arrivare con più uomini in area di rigore: é un allenatore di carattere e fa giocare bene la squadra. All’Inter era il mio allenare in campo, il mio punto di riferimento: era dopo l'Inter del Triplete e infatti mi fece arrabbiare quando andò via. Se faremo pace? – sorride – Sì. Ma quando dico che sono arrabbiato con lui lo dico in modo molto carino, ci siamo già rivisti in Francia. Non l’ho ancora sentito da quanto é qui, non ho il suo numero, ci saluteremo in campo".

GENOVA DERBY TRA SIGNORI

“La differenza fra questi derby e quelli che ho giocato? Fatemelo giocare e poi vi dirò. Da quello che ho sentito è una partita speciale, ma la differenza con gli altri è che in questo c'è signorilità e sfottò fra le tifoserie: è un derby tra signori, che sia un gran derby, che vinca il migliore e che alla fine entrambe le squadre restino in A”. Tornando alla gara. “Le due squadre credo che faranno il proprio calcio, la Sampdoria non è mai stata abituata a lottare: ha sempre fatto un girone stupendo e poi è calata, la mia preoccupazione è questa. Noi siamo in piena zona retrocessione e dobbiamo giocare come fosse ogni volta l’ultima spiaggia e queste cose devi averle dentro”. Fuori sugli spalti di Marassi ci saranno invece i tifosi a spingere la Sampdoria. “Sono insuperabili, ci accompagnano per tutta la partita: poi alla fine fischia se non ha gradito e ci sta, ma ci supporta fino al 95’ sempre”.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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