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Da quel 3-0 contro il Chelsea alla Sampdoria: Giovinco e Quagliarella di nuovo insieme

Dai riflettori della Champions League all’obiettivo salvezza con la Sampdoria.

Sono passati quasi dieci anni da quel Juventus-Chelsea che sancì il ritorno della Juventus tra il calcio europeo. Erano i bianconeri di Antonio Conte che, dopo la vittoria del primo scudetto che ha aperto il ciclo delle nove vittorie consecutive, si giocavano la Champions League dopo tre anni di assenza.

Spodestarono i campioni d’Europa in carica

Era il 2012 e dopo il pareggio della gara di andata allo Stamford Bridge (in cui segnò proprio Quagliarella), il ritorno all’Allianz Stadium contro quelli che erano i campioni d’Europa in carica portò quella consapevolezza a livello continentale che mancava da tempo a Torino. Gli uomini di Conte surclassarono la squadra di Di Matteo, composta da campioni come Cech, Hazard e Oscar.

3-0 il risultato finale con le reti di Fabio Quagliarella al 38′ e di Sebastian Giovinco al 91′: una serata magica che per entrambi è sicuramente da inserire tra i migliori momenti in carriera. Chissà se mai si sarebbero immaginati che un decennio dopo si sarebbero ritrovati alla Sampdoria.

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Quaglia lascerà la Juventus un anno prima della Formica Atomica: in due hanno collezionato 234 presenze e 50 reti con i bianconeri. Il primo si trasferirà appena 10 km più a sud per giocare allo Stadio Olimpico Grande Torino con la maglia dei granata, il secondo sceglierà l’estero, più precisamente il Canada e il Toronto.

Oggi si ritrovano a Genova per salvare la Samp

Ora si sono ritrovati a Genova: Quagliarella, dopo stagioni ricolme, sta vivendo forse la stagione più difficile da quando è alla Samp, Giovinco è tornato in Italia dopo 7 anni. Quella connessione e quei gol che dieci anni fa avevano messo a sedere il Chelsea campione d’Europa serviranno ora per portare alla salvezza i blucerchiati: chi l’avrebbe mai detto?

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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