Gloriano Mugnaini, Bogliasco. Vigilia di campionato in casa Sampdoria, ma quella di oggi non è certo una una vigilia come tutte le altre. Domani alle 15 al Ferraris di Genova, luci accese sul Derby della Lanterna, il numero centododici dell’eterna sfida tra rossoblù e blucerchiati. Da una parte e dall’altra, un solo obiettivo: vincere. Perché la vittoria alla fine è davvero l’unica cosa che conta, al di là della classifica e degli obiettivi stagionali. Obiettivi che per Soriano e compagni parlano ancora di una salvezza aritmetica da trovare, basta un punto, anche se in una partita del genere i calcoli sono l’ultima cosa da fare. A ventiquattr’ore esatte dal match, a introdurre come sempre la gara da Bogliasco l’allenatore blucerchiato Vincenzo Montella.
“Gara importante, per noi ancora di più vista la classifica. Vale come una finale perché si gioca purtroppo per una classifica poco importante e va preparato come una finale. Il Genoa? È una squadra con una propria identità, uno stile diverso rispetto alla Sampdoria, aggressivo, ma credo che quello della Sampdoria negli ultimi 50 anni abbia portato risultati nel tempo. Che stile ha la Sampdoria? Quello della ricerca del gioco, per il quale sono arrivati anche sempre certi giocatori negli anni. Quanto preoccupa la classifica? Dobbiamo fare risultato per la classifica, nel calcio succede anche l’improbabile, la squadra è pronta a questo. Fernando come sta? Vediamo domani. Cassano determinante all’andata? Lo erano stati anche Soriano ed Eder. La squadra è cambiata a gennaio, c’era anche Carbonero in campo, oggi abbiamo principi di gioco diversi. Questo l’abbiamo pagato, Antonio è uno di quei giocatori che nelle partite importanti può fare la differenza dall’inizio o a gara incorso.Un Cassano alla Totti, gestito negli ultimi minuti? Dipende dalla sua condizione mentale e da cosa si aspetta, talvolta gioca meglio subentrando. Quanto conta l’esperienza nel derby? Molto spesso si confonde l’età con l’esperienza, non è detto che chi è più vecchio sia più esperto, c’è chi è più pronto. Un giusto mix credo sia la scelta migliore. Cosa può cambiare la vittoria nel mio futuro? Il presidente ha dimostrato con i fatti di avere grande stima del professionista e grande affetto verso la persona E la seconda mi lusinga più della prima. Detto questo il presidente alle volte va un po’ più lungo, come a volte succede anche a me non è il momento di parlare di questo, io ho grandissimo rispetto della Samp, della persone che la compongono, in primis il Presidente e credo di essere estremamente corretto verso la mia società, così com’è stato anche in passato al di là delle situazioni pubbliche. A livello privato la società sa sempre qual è il mio pensiero, qualche volta me lo deve chiedere talvolta lo dico io. Io sono sempre un dipendente e mi comporto da tale, nel massimo rispetto dei ruoli. Come detto prima sulla correttezza credo che nessuno possa insegnarmi nulla. Vincere il derby cosa vuol dire? Vincere due derby consecutivi in Serie A che non succede dal ’61 alla Sampdoria, e al Genoa credo non sia mai successo. Il cambio arbitro? Sono cose che possono succedono, non conosco nemmeno le schede dei due arbitri, a me non cambia nulla. Obiettivo sorpasso? Ci proviamo, dobbiamo concentrarci sulla partita. Ora abbiamo bisogno di punti e di dare una soddisfazione alla nostra tifoseria”.
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