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Gli insegnamenti di Sir. Alex, Gullit e Bruno: Meulensteen, il sogno “olandese” chiamato Sampdoria

È stato di parola Melle Meulensteen. La sua è una questione di identità. E si sa, alle origini e agli affetti non si comanda. Non c’è nulla che tenga. Nella doppietta rifilata al Cesena c’è tutto sé stesso. C’è la gioia dei primi gol in Serie B,  ma soprattutto c’è la soddisfazione di aver tenuto alto il nome della sua Olanda. Questo il grande sogno del centrocampista – “fu difensore” – classe 1999 della Sampdoria. Nel mezzo la certezza dell’orgoglio regalato a chi rende possibile tutto questo e la consapevolezza di aver raggiunto un obiettivo. E poi c’è Bruno che, vada come vada, un motivo per festeggiare lo troverebbe in ogni caso. Ci torneremo.

 

 

Maulensteen: una famiglia (U)nit…ed

Non una promessa. Forse un desiderio. Un’ambizione tanto importante quanto legittima. Questo è la Sampdoria per Melle Meulensteen. Una scelta quella di giocare in Liguria dettata dalla conoscenza di sé stesso. L’Italia è la meta che cerca. Quella in cui qualità e sostanza si mischiano alla perfezione. Lui che del calcio “elegante” fa la sua formazione. Già, perché se fin da giovanissimo lo stadio di riferimento è l’Old Trafford di Manchester e la squadra per la quale calci il pallone lo United l’ambizione non può che essere importante. La storia di Meulensteen, olandese di Boxmeer, inizia proprio all’ombra dello stadio inglese. Sotto l’egida di quel Sir Alex Ferguson che è molto più che l’allenatore della “sola” prima squadra. Quello tra Melle e lo United, infatti, è un legame che nel pallone trova la sua massima espressione, ma che supera la banalità. Un rapporto intenso. Quasi viscerale. Indissolubile. Renè, Melle e Sir. Alex . Renè Meulensteen, storico vice dello scozzese nei molti anni alla guida dei Diavoli Rossi. Allenatore in seconda di uno dei più celebri manager della storia del calcio mondiale e padre proprio di quel Melle che, oggi, esulta per la sua prima doppietta in Serie B . Oggi Renè Meulensteen è il commissario tecnico dell’Australia e, chissà, magari anche dall’altra parte del mondo starà esultando insieme al figlio. Pallone e famiglia sono il connubio che tiene unita una tradizione: Meulensteen. Ancora in Inghilterra: la seconda patria di Melle. La cittadinanza conseguita come conferma e poi Joppe, il fratello match Analyst del Middlesbrough: è lui il punto di riferimento da consultare quando i dubbi attanagliano la sua carriera.

 

 

Locu, quando il dubbio si fa intuizione

Dubbi che, spesso, possono rilevarsi essenziali per il prosieguo di una carriera. Per conferme chiedere a Phillip Cocu, storico centrocampista olandese poi allenatore tra le tante del Vitesse. Quel Vitesse che per Melle significa casa. Equivale a realizzazione. Consapevolezza e maturazione. Due stagioni da protagonista nel club di Arnhem collezionando 32 presenze in Eredivise dopo la promozione – e conseguente debutto nel massimo campionato dei Paesi Bassi con l’RKC Walwjik – sotto l’egida di Cocu che, passo dopo passo, coltiva proprio il beneficio del dubbio sul ragazzo. No, Melle in difesa è sprecato; anche se ci gioca fin da bambino. Corre, possiede un controllo di palla impeccabile e si prende troppi rischi spingendosi in avanti. Ma soprattutto: “Sa buttarsi negli spazi ”. La svolta: l’ex giocatore del Barcellona lo sposta a centrocampo. E da lì Melle non si muoverà più. Inizierà a “divertirsi” e apprezzare il calcio per quello che sa fare: attaccare la profondità. Altri dubbi? Citofonare Cesena.

 

 

La “doppietta olandese” di Melle festeggiando con…Bruno

E poi c’è la Sampdoria. Meulensteen arriva in Liguria in estate nel pieno dell’euforia personale stimolata da un sogno. Rendere onore all’Olanda. Il motivo? Anzi, i motivi? Ruud Gullit e Clarence Seedorf. Idoli del ragazzo certo, ma soprattutto simboli della sua nazione che con la maglia blucerchiata scrivono pagine di storia indimenticabile. Nessuna difficoltà per Melle nell’accettare la proposta del club ligure: “Qui hanno giocato molti campioni olandesi: per me sarà un onore ripercorrere le loro orme” . E se alla prima da titolare, in un campo ostico come l’Orogel Stadium dove il Cesena non perde in regular season dal febbraio 2023, vai a bersaglio in due occasioni, forse, i sogni hanno ancora ragion d’essere. Un abbraccio dei compagni, un bacio lanciato al vento della Romagna che farà il giro del mondo Inghilterra e poi dritto verso l’Australia ad avvolgere la gioia di papà. Poi c’è Genova. Lì dove ad attenderlo c’è qualcuno che di feste non priva mai nessuno. Lui è Bruno, il Labrador che accompagna Melle nelle sue corse dieto al pallone. Già, perché, in fondo, non tutte le passioni devono avere una giustificazione. L ‘affetto di Bruno risplende nel sorriso di Melle in “Una notte stellata”  in cui la “serenata canta ” per Genova.

Alvise Gualtieri

Nasco all’ombra delle Torri in un giorno che ricordo solo io e nell'anno del rigore di Pasadena. Baggio? Il calcio. Cresco nella “Terra Solatia” con la Laguna come sfondo. Mi svincolo tra codici giuridici e penna. Tra atti e storie so sempre cosa scegliere. La scrittura, forse, un dono del destino scoperto prima dagli altri grazie a un gol di tacco di Del Piero. Djokovic e VR46 le ragioni di una passione. B.B. King e David Gilmour: galeotta fu quella chitarra. Kurt Cobain il mito. La montagna nel cuore. Camminando, pensando e scrivendo. Ma non mi sento “Dante”. Basso profilo, costanza e affari miei. Filosofia vincente? Lo dirà il futuro.

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