Gregucci e Foti si sono presentati oggi in casa Sampdoria: le loro parole
Out Donati, dentro lo staff composto da Gregucci, Foti e Nicola Pozzi. È iniziata una nuova era in casa Sampdoria, col cambio in panchina voluto dalla società dopo il pesante ko di venerdì scorso nel derby con l’Entella. Per il nuovo staff tecnico ieri il primo allenamento, oggi è stato invece il tempo delle parole.
Ad aprire la conferenza di presentazione, prima delle parole di Foti e Gregucci, quelle del Director e CEO Area Football Jesper Fredberg e del Direttore Sportivo Andrea Mancini.
“Cambio di allenatore assunzione di responsabilità per le scelte fatte con algoritmo? È sempre triste quando lasciamo andare una persona, non è solo il fallimento di un singolo ma di tutti. La decisione è stata presa in base alle performance e ai risultati che abbiamo visto ultimamente. È difficile per me rispondere su di una decisione presa in estate, perché questa è la sede per accogliere il nuovo staff. Nessuno fa le assunzioni fatte su dati e algoritmi. Ci sono altri fattori da prendere in considerazione”.
Sui giocatori arrivati in estate che non hanno inciso. “È sempre lo staff tecnico che prende la decisione finale su chi gioca, io e Mancini ci basiamo su altre decisioni ma poi è lo staff tecnico che decide chi gioca. Per qualche giocatore ci sarà un’occasione in più. La mia speranza è quella di mettere lo staff tecnico nella condizione migliore di lavorare al meglio”.
Una mano in questo senso può arrivare dal mercato di gennaio, occasione per aiutare una squadra in difficoltà ad inizio stagione. “Previsti investimenti per gennaio? Il motivo per cui siamo qua oggi è perché le performance sono state più basse rispetto alle aspettative, a gennaio cercheremo di rinforzare la squadra cercando di prendere le decisioni corrette. Per ora, quello che è stato detto, è di prendere le decisioni migliori per il team“.
Chi potrebbe arrivare prima è Attilio Lombardo, a d arricchire lo staff presentato oggi. “Ho letto anche io le notizie relative a Lombardo, la decisione di prendere questo staff tecnico è condiviso ma l’obiettivo è sempre quello di rinforzare la squadra ma anche la società“.
A prendere parole è poi il ds Andrea Mancini, cominciando dall’idea Foti-Gregucci. “È una scelta condivisa con Fredberg e la proprietà, abbiamo cercato di creare uno staff che incarni i valori della Sampdoria che in questo momento di difficoltà ci può dare una mano. La squadra risponderà sul campo perché sappiamo che ha dei valori. Sono sicuro che le cose andranno per il meglio.
Come avvengono le scelte tra me e Fredberg? È una comunicazione continua. Sicuramente a Fredberg, essendo arrivato tre mesi fa, ho dato qualche indicazione in più su qualche giovane italiano. Questa è una proprietà che lavora anche con i dati, i dati sono però un supporto a delle decisioni su giocatori che noi pensiamo possano aiutare la squadra per migliorarla. Ma è una condivisione continua“.
Dopo le parole di Fredberg e Mancini, spazio a quelle di Angelo Gregucci, cominciando dalle differenze trovate tra la passata esperienza e questa appena iniziata: “Non ho avuto il tempo di annusarla, ho trovato un ambiente a me molto familiare. Abbiamo superato momenti difficili e lo abbiamo fatto facendo squadra, avendo io la fortuna di essere circondato da sampdoriani fedelissimi. Paragonare le due squadre è un po’ presto. I ragazzi lavorano tutti, è arrivato il momento di fare, dobbiamo avere l’umiltà. Vogliamo trovare una grossa empatia con la squadra, avendo come gruppo noi un’idea che vogliamo portare avanti in modo convinto. Mi sento nobile ad avere questa maglietta addosso. Che idea mi sono fatto da fuori della squadra? Quello che ho visto è che c’è qualche problema. Non ho usato la parola lavorare, quello è chiaro. Penso che la squadra abbia qualità, dobbiamo ritrovare la linea di galleggiamento il prima possibile. Il primo nemico oggi siamo noi stessi, dobbiamo trovare un’identità solida. Non sarà facile, serve però fare punti“.
Sulla natura di problemi della Sampdoria. “Più mentali che fisici? È probabile perché a far comandare le gambe servono teste lucide, dobbiamo dare loro convinzione. Non dovremo sbagliare gli atteggiamenti sul campo e per non sbagliare i comportamenti devi avere la mente lucida. Bisogna lavorare su tutte le componenti e l’aspetto psicologico è il primo. Andare in campo con convinzione e con la mente sgombra. Il peso di essere la sesta guida tecnica? Penso che ci sia un anello di congiunzione. Ho creduto in Foti e l’ho fatto giocare per primo nei professionisti. Noi ora rappresentiamo cose magnifiche e il popolo che alza la bandiera della Samp con grande orgoglio. Ho imparato anche da tante altre esperienze, mi sono arricchito di Sampdoria (avendo lavorato tanto con Mancini e avendo conosciuto a Coverciano Gianluca Vialli) e mi hanno arricchito non solo dal punto di vista del lavoro, ma della vita”.
Tornando alla squadra e agli obiettivi da raggiungere. “Subire meno gol? Blindare la porta vuol dire avere continuità di punti, ma non ti serve a vincere. C’è tanto da fare, io sono abbastanza fiducioso. Due punte per risolvere il problema del gol? Le idee le dà sempre il campo. A volte sono determinate dal cambiamento dei giocatori, che ti fa pensare. Devi sapere cosa stai facendo e se hai consapevolezza vai con più forza”.
Sull’importanza dello staff. “Noi condividiamo sempre tutti insieme, siamo un gruppo e cerchiamo ognuno di dare il proprio apporto. Io credo in un calcio molto partecipato, dove ognuno ha un suo ruolo”.
A chiudere l’intervento di Gregucci una battuta sul prossimo mercato. “Chieste garanzie sul mercato di gennaio? Lo spazio temporale è breve, per il bene della Sampdoria ‘romperò le scatole’ alla società ma ora penso solo al Frosinone. Per noi è la finale della Coppa del Mondo. Questo ambiente deve creare qualcosa di diverso per rivedere la luce, senza chiedere nulla ai tifosi della Samp che conosco“.
A prendere parola è poi Salvatore Foti, non essendo ancora in possesso del patentino da primo allenatore entrato nella staff come secondo allenatore. “L’emozione per il ritorno? Io l’anno scorso lavoravo in Turchia ma quando potevo seguivo la Sampdoria, squadra che ho seguito sempre per ovvi motivi. È la mia squadra. Quello che è successo l’anno scorso e in queste prime partite non ci interessa. Dobbiamo guardare avanti e al Frosinone. Si deve cambiare il prossimo futuro. Il passato lo conosco, non posso focalizzarmi su questo. Il nostro pensiero è dare energia e un’identità ben definita, lavorare e fare determinate cose in campo e in allenamento, ma poi vederle anche in partita. Io non sono nato sampdoriano, lo sono diventato. Sono arrivato qua nel 2006, siamo nel 2025. Ho famiglia, moglie e amici qui. La Sampdoria è sempre stata qualcosa di importante. Alla fine conta però la partita e i punti che dobbiamo andare a fare”.
Sui maestri avuti, da Giampaolo a Mourinho. “Sono stato tre anni con mister Giampaolo e sono stati tre anni bellissimi, mi era stata data la possibilità di entrare nel settore giovanile e poi l’anno successivo di far parte dello staff di Marco. Sono stati tre anni di formazione che hanno fatto divertire tanto i tifosi. Non abbiamo fatto forse quello step ma la gente era felice. Mourinho è stata un’esperienza incredibile, quando sei vicino ad un personaggio del genere è normale che ti arricchisca. Ci siamo tolti delle soddisfazioni, abbiamo avuto delle delusioni. Mi ha mandato un messaggio d’in bocca al lupo con scritto ‘Forza Samp’ perché sa cosa rappresenta la Sampdoria per me. Da chi ho rubato di più? Da entrambi. Con Giampaolo avevo appena smesso, vi ricordate la linea difensiva, il palleggio. Dal primo anno mi ha fatto diventare parte attiva di una squadra che ha fatto tante cose belle. Mourinho è un garanzia di successo, ovunque è andato ha alzato trofei e dove non ce l’ha fatta ci si è avvicinato. È uno dei più grandi comunicatori. Ma io mi porto dietro, oltre al lavoro, le esperienze che ho vissuto a Roma e in Turchia”.
Dal passato al futuro, su come giocherà la Sampdoria. “Due punte? Stiamo cercando di dare un equilibrio. Un conto è vederli dal vivo, un altro è allenarli in base alle tue richieste. Quello che stiamo richiedendo con il mister in alcune cose è diverso. Le due punte sono un’ipotesi ma, ripeto, a quello che è stato non possiamo pensarci. Dobbiamo cambiare la mentalità, la B il mister la conosce, è un campionato difficile. Coda? Abbiamo un attaccante che ha fatto tanti gol in categoria, si chiama Massimo Coda, giocatore che può e deve dare tanto a livello realizzativo e di leadership. Tutti devono alzare il loro stato d’animo, avere piu fiducia nelle loro qualità. Tanti giocatori hanno vinto campionati di b e sembrano essere diventati giocatori di basso livello”.
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