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Di Lorenzo, Dragowski e ‘La regola di Farias’: l’Empoli vince e continua a sperare

Farias-Di Lorenzo e il solito Dragowski, l’Empoli vince (ancora) e continua a sperare. 35 punti in classifica, Genoa a meno uno e permanenza in Serie A dopo i novanta minuti di Marassi un po’ meno lontana. Ad alimentare le speranze dei ragazzi di Andreazzoli l’uno due in meno di dieci minuti firmato da Diego Farias e Giovanni Di Lorenzo: succede tutto nel secondo tempo. Triangolo con Traore, appoggio in rete a porta vuota sotto al settore ospiti del Ferraris che esplode.

Urlo strozzato in gola per un interminabile minuto, perché in area c’è un contatto con Murru che cade a terra. È meglio rivedere tutto, chi non guarda mani al volto a coprire gli occhi é Aurelio Andreazzoli: lunga attesa che finisce, Doveri che indica il centrocampo. Urlo di gioia del settore ospiti che ora sì, si può liberare. 1-0 Empoli, grazie al gol dell’attaccante brasiliano arrivato in Toscana a gennaio in prestito dal Cagliari: quasi una sentenza, è ‘la regola di Farias’, quando segna l’Empoli vince.

 

 

È successo con Sassuolo, Napoli e Fiorentina, regola confermata anche oggi. Meno di dieci minuti dal quarto centro del numero 17 e arriva anche il raddoppio: azione solitaria in area di Farias (ancora lui), l’ex Tonelli che lo ostacola in area, nessun dubbio per l’arbitro che indica il dischetto: sul quale ad andare è ‘Ciccio’ Caputo, a caccia del sedicesimo gol in campionato. Audero lo ipnotizza, nulla da fare per il numero uno della Sampdoria però sulla ribattuta di Di Lorenzo – quarto gol stagionale per lui – che firma il momentaneo 2-0 di Marassi.

Ora sì, tinto solo di azzurro: il gol di Quagliarella, su rigore sotto alla Sud per fallo di Veseli su Sau (subentrato ad Ekdal), serve solo per aggiornare la classifica marcatori, con l’attaccante di Castellammare di Stabia sempre più solo al comando a quota ventisei. Dragowski intuisce, ma non arriva sul pallone: poco male, perché al triplice fischio il tabellone dice tre punti (pensantissimi) per l’Empoli.

 

 

Sui quali impresse ci sono anche le mani del numero uno polacco: solo sette presenze in due anni e mezzo alla Fiorentina, troppo poco per chi in Polonia ha esordito a 16 anni, vincendo il premio di migliore portiere a 17. Metà stagione da spettatore non pagante al Franchi, anche lui come Farias a gennaio decide di cambiare aria: le prime tre partite passate a guardare il campo dalla panchina, poi le successive 12 ad eccezione del Napoli (dove è infortunato) da titolare.

Con l’Atalanta la prestazione migliore: Gomez e compagni che non passano, lui che fa 17 interventi. Il bis contro la sua Fiorentina, miracoloso su Chiesa e Vlahovic, bravissimo su Muriel, Biraghi e Simeone. Poco chiamato in causa oggi, è comunque decisivo sul tiro destinato a infilarsi sotto alla traversa di Ekdal, sulla girata immediata di Gabbiadini (in fuorigioco) e sul colpo di testa salvato sulla linea di Quagliarella. Pochi interventi, fondamentali però per portare a casa la prima vittoria in trasferta del campionato degli azzurri: quella che permette all’Empoli di accorciare a meno uno dal Genoa quartultimo, con ancora 180 minuti da giocare: i novanta del Castellani dove domenica arriverà il Torino, gli ultimi della stagione a San Siro con l’Inter. Per continuare a sperare nella Serie A.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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